Elezioni a Crotone. Il candidato 5 Stelle Correggia: "Lotta alla mafia non solo militare ma anche morale"

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  20 luglio 2020 14:17

"La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". Lo afferma in una nota Andrea Correggia, candidato a sindaco di Crotone del MoVimento 5 Stelle.

"Dalla morte di Paolo Emanuele Borsellino insieme a Agostino Catalano, Emanuela, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina - prosegue - sono passati ben 28 anni. In questo lungo lasso di tempo ancora nulla è stato fatto per la verità e la memoria di chi, grazie al suo sacrifico, ha innescato nelle future generazione quel senso di speranza mista a lotta che ognuno di noi dovrebbe aver dentro. Soprattutto se proviene dal sud. Ancora molti i misteri: dalla sparizione della famosa agenda rossa ai personaggi dello stato e delle istituzioni che sono stati i mandanti delle stragi 92/94. Si perché in questi due anni in cui sono state uccise 21 persone e ferite 117, in questi due anni in cui le famiglie distrutte sono state centinaia, in questi due anni la mafia e lo stato sono stati conniventi, la mafia è stato il braccio armato ma lo stato è stato il mandante! Le stragi iniziano il 12 Marzo del '92 con l'omicidio del parlamentare siciliano in forza alla Democrazia Cristiana Salvo Lima e finiscono il 14 Aprile del '94 con il fallito attentato a Formello in Provincia di Roma di Salvatore Contorno".

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"Per amor di cronaca però occorre ricordare che sia il primo che il secondo ben poco hanno in comune con i due magistrati, entrambi infatti erano nell'orbita di Cosa Nostra, il primo avrebbe dovuto 'aggiustare' le condanne del maxiprocesso, il secondo divenne collaboratore di giustizia dopo una lunga carriera da killer al servizio della famiglia Bontate, una delle famiglie più influenti nell'organizzazione di Cosa Nostra. Il 15 aprile 1994 inizia ufficialmente la XII Legislatura. Il presidente del consiglio verrà indagato per 'concorso in strage', anche se poi il procedimento terminerà con l'archiviazione, e per concorso esterno in associazione mafiosa ma anche questo procedimento sarà archiviato. Ad oggi, né lo Stato, né la magistratura sono riusciti a far riposare in pace le vittime di quel periodo ma, come Paolo auspicava 'un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni' è nato. A macchia d'olio in Italia sono sorti movimenti, associazioni, class action a riprova del fatto che le idee continuano a camminare sulle gambe delle persone libere e che hanno fame di giustizia. E anche noi facciamo la nostra parte".

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"Il programma per lo sviluppo della città del MoVimento 5 Stelle di Crotone infatti - afferma Correggia - risiede su una serie di pilastri, primo fra tutti: lotta alla 'Ndrangheta. Perché denunciare non deve più essere l'inizio di un vero e proprio supplizio in cui la vittima viene lasciata sola in balia delle ritorsioni da parte delle 'ndrine locali. Il Comune cittadino nei suoi organi governativi, in quanto rappresentativo di una comunità di persone che è la città, deve far quadrato intorno a chi ha il coraggio di denunciare il malaffare e la criminalità. Perché denunciare vuol dire rendere un servizio a tutta la società nel contrasto alla 'Ndrangheta, un servizio prezioso. Ma la lotta alla mafia non vuol dire solo contrasto alle organizzazioni mafiose, il modo di fare mafioso ha tratti distintivi e si configura anche in episodi di violenza come quelli che negli anni hanno sconvolto la vita dei cittadini di Crotone. L'omicidio del diciottenne Giuseppe Parretta, l'omicidio di Stefano D'arca, l'omicidio di Stefano Tersigni. Poi ricordiamo l'omicidio di un 29enne crotonese, Francesco Oliverio e quello del bulgaro 22enne Dimitar Dimitrov Todorov. Quattro delitti di sangue in pieno stile mafioso a distanza di pochi mesi uno dall'altro. Anche da qui passa il futuro della società e la lunga lotta per la verità delle stragi del 92/94".

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