“La vacanza enogastronomica in Italia è quella che cresce di più nel lungo periodo, richiamando soprattutto turisti stranieri non soltanto nelle tradizionali città d’arte ma anche nei centri a vocazione agricola e nei borghi. È ormai un dato confermato da tutte le più recenti rilevazioni che il viaggiatore alla ricerca della vacanza all’insegna del cibo buono, pulito e giusto, in tutti i mesi dell’anno, spende in media 150 euro al giorno rispetto ai 128 del turista culturale ed alle 90 euro del turista balneare (nella sola stagione estiva), allora diventa strategico anche per il comune di Lamezia Terme prepararsi ad intercettare le migliaia di turisti internazionali amanti della biodiversità agroalimentare che anche grazie alla presenza dell’aeroporto internazionale arriveranno da qui al 2030 in Calabria. In questa sfida che è turistica, culturale ed economica Lamezia dovrà svolgere un ruolo da protagonista”.
È quanto afferma Domenico Mastroianni, candidato al Consiglio comunale per la lista Guarascio sindaco. “Per raggiungere tale obiettivo – prosegue Mastroianni - è fondamentale che il comune di Lamezia Terme fin da subito aderisca all’associazione nazionale Città dell’olio che; in tal modo si contribuirà a divulgare la cultura dell'olivo e dell'olio di oliva di qualità; tutelare e promuovere l'ambiente ed il paesaggio olivicolo; diffondere la storia dell'olivicoltura; garantire il consumatore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine; attuare strategie di comunicazione e di marketing mirate alla conoscenza del grande patrimonio olivicolo italiano".
"Inoltre è opportuno che l’ente comunale adotti un regolamento volto alla valorizzazione dei prodotti agricoli provenienti da filiera corta, per la commercializzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari al fine di sostenere il reddito degli imprenditori agricoli e di promuovere: l'acquisto ed il consumo dei prodotti agricoli ed agroalimentari nella zona di produzione con lo scopo di salvaguardare l'ambiente riducendo il consumo di energia e l'emissione di "gas a effetto serra"; la conoscenza ed il consumo di prodotti agricoli ed agroalimentari ottenuti nel rispetto dell'ambiente o legati alla tradizione locale, anche attraverso una corretta informazione del consumatore ad opera degli esercenti l'attività di ristorazione e dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica; la conoscenza delle caratteristiche organolettiche, nutrizionali, culturali e gastronomiche dei prodotti agricoli ed agroalimentari; il mantenimento delle produzioni tipiche e di qualità anche allo scopo di incentivare il turismo "alimentare" verso le zone di produzione; il consumo consapevole dei prodotti e una sana e corretta alimentazione; prevedere che negli appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari e agroalimentari destinati – conclude Mastroianni - alla ristorazione collettiva, costituisca titolo preferenziale per l'aggiudicazione l'utilizzo, da parte dei partecipanti alla gara, di prodotti agricoli conferiti sulla base della sottoscrizione di accordi di fornitura con le forme organizzate di produzione locale”.
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