di GABRIELE RUBINO
All’Umg di Catanzaro parte l’era Giovanni Cuda. In realtà partirà dal prossimo primo novembre, quando terminerà il sessennio dell’uscente Giovambattista e si aprirà il nuovo corso del prof di Biologia Molecolare. Alcuni faticano a utilizzare l'aggettivo 'nuovo' alla luce degli incontrovertibili dati elettorali. Le percentuali, nettissime, del successo contro lo sfidante Stefano Alcaro, che puntava su un certo sentimento di ‘catanzaresità’, dicono tanto. Primo, l’establishment accademico non si è smosso più di tanto, alcuni la definiscono l'irriducibile impermeabilità del sistema (che vale nelle università italiane), e ha votato compatto sul candidato noto da tempo. Secondo, l’election day – si è votato anche per i direttori di dipartimento – serviva (anche) a fissare i rapporti di forza nel futuro Senato Accademico, organo piuttosto incisivo anche rispetto alle prerogative dello stesso rettore.
Alcaro, più che alla presa del rettorato, puntava a racimolare più voti possibili per poi dire la sua e magari rimodellare i piani sul Senato. L’esito non è stato tuttavia esaltante e quindi bisognerà vedere le prossime mosse e i possibili compromessi con la controparte. Ancor prima dell’apertura delle urne era dato in pole position per la presidenza del futuro Senato Accademico Arturo Pujia, che è appena stato indicato come direttore di Scienze Mediche e Chirurgiche. Questa pista resterà calda.
Si diceva del passato. Nell'Aula Magna dell’Umg, luogo canonico dello spoglio, non poteva passare inosservata la prima fila, quella dove c’erano appunto Cuda e Pujia. Affianco a quest’ultimo era piazzato l’ex rettore Aldo Quattrone. Con maglioncino e occhiale da sole, sfidando i primi calori di stagione, ha fatto sentire il suo peso (e la sua voce alla commissione elettorale chiedendo i votanti di una fascia), quasi a rivendicare l’indicazione e a far capire di avere in controllo la ‘situazione’. Nel corso del rettorato di De Sarro gli ambienti accademici hanno sempre sottolineato l'ingombrante ombra del passato. Ieri si è vista, eccome.
A differenza del canovaccio delle ultime elezioni rettorali non è stato avvistato alcuno del management dell’allora Mater Domini. Ieri, sarebbe toccato a quelli della neo istituita azienda ‘Renato Dulbecco’, ancora in fase di start-up e con non indifferenti problemi di slancio. Che questo sia il segnale di un non elevato gradimento dell'ateneo (dopo le scelte su direttore amministrativo e, soprattutto, quello sanitario) lo diranno le prossime settimane, quando il presidente-commissario Occhiuto dovrà - per gli effetti perversi delle continue proroghe del Decreto Calabria- eventualmente confermare l’attuale commissario straordinario Vincenzo La Regina.
Nelle primissime dichiarazioni, Cuda ha detto di non temere la concorrenza dell’università di Cosenza. Un approccio propositivo che, finalmente, sembra accantonare il piagnisteo campanilistico dei mesi passati. Anche perché è arrivato il momento – benedizioni dal passato o meno – di portare risultati, a partire da una più reattiva risposta sull’assistenza vista la presenza della Dulbecco e il progetto del nuovo pronto soccorso. E magari, un po’ più di scaltrezza politica con la Regione e nel Coruc.
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