Elio Ruffo Torna a Locarno: restaurato il film “Tempo d’amarsi”

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images Elio Ruffo Torna a Locarno: restaurato il film “Tempo d’amarsi”

  04 agosto 2022 08:16

Tempo d'amarsi" di Elio Ruffo verrà presentato nella versione restaurata dalla Cineteca di Milano giovedì 4 agosto 2022 al Locarno Film Festival  Alla presenza di Enrica Ruffo, figlia del regista. l’iniziativa ad opera della Cineteca Italiana con sede a Milano è stata resa possibile grazie alla figlia Enrica Ruffo e alla collaborazione prestata dalla Cineteca della Calabria, che ha sede a Catanzaro, che negli anni ha compiuto un puntiglioso lavoro di recupero dei lavori del regista Bovalinese, culminato con le prime digitalizzazioni el a pubblicazione del libro “ Elio Ruffo/Tempo di cinema”.

Un grande palcoscenico internazionale come quello del Festival svizzero dove il film, dopo ben 67 anni ritorna ,e una collaborazione importante tra Cineteca Italiana e Cineteca della Calabria che vedrà la proiezione della copia restaurata digitalmente  a Milano e in Calabria, nei luoghi dove è stata girata.Girato tra i paesi calabresi di Bovalino e San Luca, Tempo d’amarsi è un’opera prima dalla quale emerge una sincera urgenza comunicativa: dare voce ai più deboli, a coloro che versano in condizioni di povertà estrema, vessati da una classe dirigente corrotta e da un sistema sociale ancorato ai pregiudizi. Le inquadrature sono sempre ben architettate e studiate, con alcuni evidenti rimandi pittorici (come il Cristo morto del Mantegna, nelle sequenze iniziali del funerale del padre). I protagonisti sono spesso ripresi a campo largo, immersi nella natura calabrese aspra e selvaggia, che prende il sopravvento. Si tratta di una scelta stilistica in armonia con l’intento di denuncia del film, il cui titolo originale sarebbe dovuto essere Dopo l’alluvione, in riferimento alla fragilità del territorio e ai mancati interventi da parte delle autorità locali. La distribuzione impose poi un titolo più conciliante. La censura eliminò invece un paio di scene considerate peccaminose, tra Rosina e il fidanzato, di cui si conservano però delle fotografie di scena. Sono interessanti e quasi mai leziosi i movimenti di macchina, come nelle sequenze iniziali, quando l’inquadratura si sposta tra le varie stanze spoglie della casa e ci introduce ai componenti della sventurata famiglia. La trama scarna lascia spazio a squarci di umanità sincera e a piccoli momenti delicati e poetici, che raccontano l’infanzia di Gianni, in bilico tra la fanciullezza e una crescita prematura.
Il film venne presentato al IX festival di Locarno, dove ricevette una menzione speciale come miglior opera italiana di quell’anno.

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Se l’influenza su Elio Ruffo del cinema neorealista è chiara, anche se mai si erano visti dei protagonisti girare addirittura scalzi, è una congettura interessante il fatto che alcune scene ricordano vividamente I Quattrocento colpi (1959) di Truffaut (di quattro anni dopo!) e addirittura, per andare molto avanti temporalmente, Dov’è la casa del mio amico (1987) di Kiarostami.
E un vero peccato che un regista che ha posto delle basi così solide per un cinema poetico e politico allo stesso tempo, si sia spento prematuramente, riuscendo a produrre solo altri quattro corti ed un lungometraggio,

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Una rete piena di sabbia (1966).Tempo d’amarsi è un film che merita di essere visto, perché tratteggia un’umanità in difficoltà, che trova il riscatto attraverso l'unione e la solidarietà tra i membri della comunità. Il restauro in 4K è stato effettuato a partire dal negativo originale 35mm.Il film sarà proiettato al Locarno Film Festival giovedì 4 agosto e successivamente, domenica 18 settembre, presso CinemaArlecchino a  Milano.

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