Tra le proposte anche dichiarare "normativamente il cinghiale come un animale “nocivo” all’agricoltura, alla sicurezza pubblica, alla salute, alla viabilità e all’ambiente a causa dell’elevatissimo soprannumero".
01 giugno 2020 15:50di MASSIMO PINNA
Emergenza cinghiali, dalla protesta alla proposta.
Dopo l’incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, il presidente del "Comitato Contenimento Cinghiale e Difesa del Territorio", Eugenio Fristachi, ha chiesto ufficialmente ai prefetti delle cinque province, agli assessori della giunta regionale del presidente Jole Santelli e ai consiglieri regionali, una serie di misure urgenti per arginare il fenomeno a tutto tondo.
Intanto, “procedere ad un censimento di tutti i cinghiali presenti nella Regione Calabria – si legge nella missiva ufficiale – e dichiarare normativamente il cinghiale come un animale “nocivo” all’agricoltura, alla sicurezza pubblica, alla salute, alla viabilità e all’ambiente a causa dell’elevatissimo soprannumero".
Passando all’economia agricola, il Comitato chiede “di procedere ad una distinzione netta tra zone vocate e non vocate al cinghiale e stabilire i criteri di eradicazione del cinghiale dalle zone vocate esclusivamente all’agricoltura”. Per fare questo, è necessario, aggiunge Fristachi “allungare il periodo di caccia ordinario al cinghiale dal primo settembre al 15 febbraio”. Per i danni subiti dagli imprenditori e dagli agricoltori si devono “stabilire delle misure economiche per aiutare gli agricoltori nella realizzazione di recinzioni metalliche al fine di chiedere ogni anno indennizzi economici anche – aggiunge pagando tutti i danni accertati e stimati agli agricoltori”.
Per il giusto rilievo che ha assunto questo settore politico ed economico, il presidente Fristachi chiede di “consentire la partecipazione di un componete del Comitato nella Commissione Faunistica Venatoria Regionale e negli altri tavoli istituzionali al fine di dare voce e un contributo in termini di idee alla risoluzione del problema”.
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