La Calabria sta vivendo una crisi idrica senza precedenti, che colpisce in particolare le province di Reggio Calabria e Crotone.
I dati ufficiali dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale evidenziano che nel 2024 si è registrato un deficit di circa 49,63 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2025 la situazione non solo non migliora, ma peggiora in alcuni bacini: il Menta è riempito solo al 55% della capacità, l’Alaco al 47,5%.
ùDi fronte a questi numeri, il Consiglio dei Ministri ha prorogato lo stato di emergenza idrica per la Calabria, riconoscendo l’urgenza di interventi strutturali e straordinari.
Le conseguenze della scarsità idrica sono già tangibili:
Riduzione delle superfici irrigabili, con effetti immediati sulle colture stagionali.
Produzioni agricole compromesse, con gravi ricadute economiche sulle imprese locali e sui mercati regionali.
Razionamenti e restrizioni nell’uso dell’acqua potabile, che coinvolgono centinaia di migliaia di cittadini.
Le cause principali della crisi sono note: scarsità di precipitazioni, temperature estive elevate, reti idriche obsolete con perdite che superano il 48% in alcune province e invasi incapaci di garantire scorte adeguate in caso di siccità prolungata.
Le misure adottate finora comprendono:
Proroga dello stato di emergenza al 2025, con fondi straordinari per interventi urgenti.
Programmi di manutenzione e potenziamento degli invasi principali, tra cui Menta e Alaco.
Piani di razionamento controllato e interventi di emergenza nei comuni più colpiti.
Il COAPI Calabria sottolinea con forza che non possiamo limitarci a gestire l’acqua solo in condizioni di emergenza. Serve una strategia strutturale e condivisa che sappia unire cittadini, istituzioni e imprese agricole, investendo subito in infrastrutture moderne, riducendo le perdite di rete e garantendo una gestione sostenibile delle risorse idriche.
“Questi numeri non sono astratti significano meno terra irrigabile, produzioni compromesse, imprese in difficoltà, famiglie costrette a turnazioni e restrizioni. Il tema dell’acqua sarà sempre più centrale nei prossimi anni e la Calabria non può arrivare impreparata.”
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