“Una ferita aperta che attraversa la Calabria dal Pollino all’Aspromonte, come il deserto fumante lasciato da giorni di roghi che hanno consumato migliaia di ettari di bosco, cancellato un patrimonio che appartiene alla storia della nostra comunità. Nel day after – e mai come in questo caso si possono usare toni apocalittici visto lo scenario che ci troviamo davanti – la corsa alla caccia delle responsabilità, ai ‘poteva essere fatto’, ai ‘interventi in ritardo’, fa perdere di vista questioni dirimenti come questo disastro sia frutto di decenni di mancata prevenzione”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
“Quello che è mancato alla nostra regione è stato un sistema di tutela della forestazione serio ed efficiente, ragionato e pensato, poggiato su una programmazione definita da azioni di controllo e intervento incisive – afferma ancora Scalese -. Non certo di misure estemporanee costruite anche sulla base di logiche clientelari. Perché, attenzione: le assunzioni di operai idraulico-forestali, vista l’età media dei dipendenti dell’Azienda per la forestazione regionale “Calabria Verde” servono; le assunzioni dei precari e degli stagionali dei Vigili del Fuoco, servono. La parola chiave è prevenzione del patrimonio boschivo, che non dimentichiamolo mai significa rispetto e salvaguardia del bene comune. E per fare questo serve un sistema capillare di intervento e controllo, di gestione e bonifica quella che si fa con uomini e mezzi nel periodo invernale e primaverile. Parliamo della pulizia di margini stradali, della creazione di fasce parafuoco e dell’avvio di attività selvicolturali che sono volte alla riduzione del potenziale dell’innesco degli incendi con l’eliminazione della vegetazione nel sottobosco".
"Un sistema di prevenzione e di controllo, utile a fare fronte anche alla pervasività criminale che sfrutta la stagione degli incendi per deprezzare terreni che potranno poi essere acquistati a prezzi stracciati ed poter essere utilizzati per finalità illecite, o inserite in sistemi economici che certo non considerato prioritaria la tutela dell’ambiente. Servono politiche occupazionali che potenzino il settore idraulico forestale in materia di salvaguardia del territorio e della sua messa in sicurezza sia per il dissesto idrogeologico che di prevenzione incendi. Serve una nuova visione con nuove tecnologie per affrontare la situazione in maniera trasparente ed efficacie, a partire da un serio censimento delle aree andate distrutte dagli incendi. Con adeguate politiche di prevenzione – conclude Scalese - si creerebbe occupazione buona e duratura, alimenterebbe la green economy e prima di tutto salvaguarderebbe il nostro patrimonio boschivo dal pericolo di finire in cenere come sta drammaticamente accadendo in questi giorni”.
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