L'Ugl Chimici chiama i lavoratori dell'Enel allo sciopero anche in Calabria. "Inutilmente - si legge in una nota del sindacato regionale - nel corso degli ultimi mesi abbiamo tentato di sensibilizzare l’Azienda - tramite i nostri comunicati ma anche e soprattutto ai tavoli di confronto - sulle svariate tematiche. Questo progetto aziendale non ci ha convinto sin da subito, motivo per cui abbiamo dichiarato lo stato di agitazione nazionale".
Le ragioni della mobilitazione elencate sono: introduzione orario sfalsato con ulteriore riduzione degli spazi vita-lavoro, mancato rispetto turnazione reperibilità 1 su 4, esternalizzazione attività “core”: manovre di esercizio, terziarizzazione attività (anche somministrati) e sicurezza, carichi di lavoro eccessivi con organici ridotti, ridimensionamento attività aree di staff, carenza automezzi aziendali e fatiscenza sedi, investimenti su flessibilità ed efficienza rete, razionalizzazione delle linee di comando, mancanza di un serio piano di assunzioni nazionale, rinnovo art.4 modello attuale o possibilità ampliamento a 7 anni di quello esistente, prosieguo delle attività in smart working e ampliamento telelavoro, tensione sui luoghi di lavoro "e peggioramento del clima lavorativo.
"Vista - si va rilevare - la fermezza aziendale, invitiamo nuovamente le Lavoratrici e i Lavoratori a limitare senza indugi la propria disponibilità facendo emergere le varie carenze organizzative, a limitare la prestazione lavorativa e formativa soltanto a quanto previsto dal CCNL riprendendosi i propri spazi di vita privata, a seguire “alla lettera” le varie disposizioni aziendali, del codice della strada e altro ancora, sia per quanto riguarda gli operativi ma anche per il personale impiegatizio! Abbiamo analizzato più volte ogni singolo punto, tra quelli citati, entrando nei meriti, confrontandoci con schiettezza e fornendo soluzioni logiche, eque e ragionevoli. Oggi, - conclude l'Ugl Chimici - siamo arrivati alla determinazione che questa situazione non è più “sostenibile”. Finora, gran parte delle proposte aziendali presentateci sono inaccettabili".