Ennio Curcio: "Catanzaro: 'assalto' alla giunta comunale"

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L'avvocato Ennio Curcio
  06 gennaio 2023 08:37

di ENNIO CURCIO

Neanche il tempo di leggere la nuova ordinanza del sindaco, ispirata autorevolmente dall'assessore alla legalità, un ex questore in pensione, che disciplina la cosiddetta "movida" con musica "selvaggia" e fuori legge, nelle ore serali e notturne, tra vie e piazze pubbliche, che una nutrita "milizia" di consiglieri comunali, è partita all'attacco chiedendo la revoca o la modifica sul presupposto che l'ordinanza è troppo "restrittiva".
Praticamente sta accadendo che questi "paladini" della politica, alcuni anche direttamente "interessati" perché proprietari o soci di bar e ristoranti, chiedano a gran voce che il sindaco se ne infischi del codice penale e delle norme amministrative.

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Il disturbo della quiete pubblica da precetto penale, vorrebbero diventasse merce di scambio, con la scusa della rinascita di Catanzaro.

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E come se non bastasse, vorrebbero anche si violasse la normativa igienico sanitaria che impedisce non solo  la diffusione di rumori molesti, ad opera di esercizi commerciali, sulla via pubblica ma finanche all'interno degli stessi locali.

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Questi consiglieri chiedono implicitamente, potrebbe sembrare inverosimile ma così non è, l'istituzione di una "nuova" categoria commerciale in cittá, cioé quella controlegge del  pub-discoteca, su suolo pubblico e all'aperto. Naturalmente e per fortuna, le norme penali trovano presidio di legalità negli organi di polizia e nella Procura della Repubblica.

Se però,  fare politica, per una parte di questa "nuova" maggioranza comunale, vuol dire violare leggi e regolamenti, spingendo i cittadini a denunciare per tutelare i loro diritti, allora significa che siamo caduti dalla "padella nella brace".

Ma sapete cosa indigna di più in tutto questo agire ?

Che abbiano l'ardire, questi presunti   "paladini" del bene collettivo, di "battere" i pugni sul tavolo del sindaco, anziché avere il pudore di tacere e rispettare leggi e regolamenti. Attenzione però, la forma è anche  sostanza in politica, perché questa potrebbe essere la prima di una lunga serie di "ricatti" di una certa politica miope e settaria che affonda le radici nel recente passato, proprio quello che si voleva cambiare.
Almeno così era stato detto nella recente campagna elettorale.

Sperando che il vento, il "cambia vento", non diventi maleodorante di illegalità e privilegi, aspettiamo fiduciosi che il sindaco confermi di che "pasta" è fatto.

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