di ENNIO CURCIO
È di queste ore la notizia di un accordo "bonario" tra le ditte appaltatrici della ristrutturazione dello Stadio "Ceravolo" ed il comune di Catanzaro, soggetto appaltante. Un atto giuridico stipulato dalla precedente amministrazione e che impegna il comune a pagare quasi un milione di euro.
Una somma ingente che finirebbe con il togliere liquidità alle casse comunali. Una bella grana per il nuovo sindaco che, al netto delle azioni legali da intraprendere, pare abbia una sola via concretamente percorribile e cioè spostare la data del pagamento. Una questione però rimane in sospeso e nessuno pare voglia affrontarla : quella "palazzina" in cemento armato alta decine di metri era davvero necessaria?
Uno stadio come il nostro, un piccolo gioiello del secolo scorso, aveva necessità di quella tribuna stampa "faraonica"? Domanda retorica, chiaro che non la avesse! E perché invece non si è pensato di abbattere la copertura delle tribune centrali, costruendone una nuova in grado di consentire ai tifosi di guardare le partite senza dovere "scartare" con la testa e gli occhi i piloni che la sorreggono e impediscono la "naturale" prospettiva del rettangolo di gioco?
Non basta costruire un'opera o rimodernarla, se la progettazione mira soltanto a fare cassa, perché si sa il calcestruzzo è una ghiotta occasione di guadagno. E noi catanzaresi dovremmo anche pagare altri 900 mila euro, togliendoli ai servizi essenziali! Un'altra " bella" eredità lasciata in dote dai precedenti amministratori. La storia non perdona e noi cercheremo sempre di non farla dimenticare, raccontandola, per evitare che dei "cialtroni" passino, con la complicità del tempo, per "statisti" di periferia.
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