Ennio Curcio: “Nel calcio può esserci un altro grande "amore"

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Massimo Palanca da calcio d'angolo sotto la Ovest (si ringrazia Roberto Talarico per la concessione della foto)
  19 maggio 2024 10:43

di ENNIO CURCIO

Ho amato, come tutti quelli della mia generazione calcistica, Massimo Palanca. Quando era in campo avvertivo, in curva ovest, l'emozione ed il boato del pubblico appena arrivava la palla tra i suoi piedi. Era un crescendo che si elevava al cielo mano mano che "lui" si avvicinava al limite dell'aria. Nonostante fosse l'idolo calcistico mio e di tutta la città, non sono mai riuscito a vincere il mio timore per tanta "classe" calcistica se non ormai uomo maturo a cui il destino ha riservato un grande dono, avendolo nel medesimo scompartimento ferroviario da Lamezia a Roma.

Un viaggio indimenticabile in cui, dopo avere vinto il mio "timore reverenziale" per un tale campione, mi feci forza, mi sedetti di fronte a lui e gli confessai tutto il mio "amore" ed in cambio ricevetti 4 ore di ricordi, anche intimi, ed emozioni del suo, del mio, del nostro Grande Catanzaro di Nicola Ceravolo.

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Ero felice di avere avuto un grande "amore" nella vita e pensavo, con non poca nostalgia, di non poterlo mai più rivivere. Senonché, anche ieri, durante la partita contro il Brescia, sento di nuovo battermi il cuore per quel tocco di palla, per l'uso dell'esterno del piede con "l'effetto", per il tocco morbido dal basso, per lo scorrere dell'interno del piede sinistro sulla palla accarezzata amorevolmente e spedita proprio dove "lui" vuole, senza neanche guardare, come fanno solo i veri campioni che sanno a "memoria" dov'é la porta.

Ed allora, penso sia un "miracolo" un dono del destino avermi concesso la possibilità di rivedere nel "mio" Catanzaro ancora un campione vero. Nella vita c'è sempre un solo grande amore, nel calcio, invece, la sorte può regalarti un'altra chance, dopo quasi 40 anni, permettendoti di riviverlo, come accade quando vedo Pietro Iammello addomesticare la palla con una "classe" immensa e lottare insieme a tutta la squadra per un risultato positivo da regalare ad un pubblico fantastico, unico.

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Se questo "amore" lo mettessimo anche per la nostra cara Catanzaro, avremmo una città sicuramente migliore ed anche se non dovessimo arrivare nella massima serie, saremmo tutti partecipi di un piccolo grande miracolo che è valso la pena vivere, anche solo per dire ci abbiamo provato, possiamo provarci ancora e migliorare, purché si dia spazio e fiducia, nella vita sociale come nel calcio, ai "fuoriclasse" che pur ci sono, senza lasciarli in panchina, perché un campionato, così come per una cittá, si vince con il "gruppo", giammai con un solo campione.

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