di ENNIO CURCIO
Andremo a votare tra qualche settimana per eleggere il Parlamento, in misura dimezzata. L'idea originaria era "buona", visti i risultati della politica. Troppi parlamentari, costano tanto e producono poco. Nessuno però ha messo mano alla legge elettorale.
Non si potranno esprimere le preferenze né si svolgeranno primarie.
Insomma, pochissime persone "giocano" a fare i leaders e ci impongono nelle schede elettorali dei nomi, alcuni validi e altri molto meno, senza che noi possiamo veramente scegliere. Non esiste un sistema elettorale perfetto, ma quello migliore che maggiormente attribuisce ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente e non per "interposta" persona, chi li rappresenta.
Ed allora, il problema non è la forma di governo, presidenziale o meno, ma la rappresentanza tra eletto ed elettore.
La forma "presidenziale" é solo una "forma" di governo, una delle tante, che peró crea un vuoto ancor più grande di rappresentanza democratica, perché promette governabilità a scapito del confronto democratico tra le forze politiche e con gli elettori.
Fare il Presidente del Consiglio non è come fare il sindaco o Presidente di Regione, specie se si considera che, questi sistemi elettorali hanno correttamente ammesso le preferenze, lasciando ai cittadini la facoltà di selezionare la classe dirigente, evitando così che ci sia "un solo uomo o un uomo solo al comando".
Mille, centomila volte meglio una democrazia imperfetta che una oligarchia "illuminata". Immaginiamo per un attimo, giocando di fantasia, agli attuali presunti leaders italiani, se penso al confronto con De Gasperi o Moro fanno rabbrividire, quali di questi sarebbe davvero in grado di rappresentare tutti gli italiani nella loro diversità culturale, economica e geografica. Nessuno! Per esempio, chi ha a cuore veramente le sorti del sud? Nessuno! Davvero si pensa che nominando direttamente il Presidente del Consiglio, noi al sud avremo maggiore ascolto e rappresentatività? Non è questa la strada e lo sanno anche le pietre.
Che diano invece al sud, attraverso una vera riforma elettorale e politica, lo stesso numero di parlamentari rispetto al centro-nord e allora, forse, cambierà davvero qualcosa. Attualmente invece la suddivisione dei seggi avviene in base alla popolazione residente, così da avere molti più parlamentari al centro-nord rispetto al sud che "paga" milioni di voti in meno sin dal dopoguerra, perché abbiamo dovuto emigrare per vivere. Il nuovo Presidente, eventualmente eletto direttamente dagli italiani del centro-nord, perché più numerosi, davvero cambierà la politica per il sud? Certo che no, sarà come accade già oggi, più attento e sensibile verso quell'area del Paese piu mumerosa e forte. Non date retta a chi promette il contrario, ci vuole illudere e forse anche ingannare.
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