Ennio Curcio: "Ucraina: vale la pena morire?"

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Ennio Curcio
  08 marzo 2022 07:35

di ENNIO CURCIO

Non c'è niente di più sacro e inviolabile della libertà. Perderla, specie venendo invasi da uno straniero, la rende ancora più sacra, perché comporta l'abuso della violenza più estrema, la guerra.

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Tutti siamo vicini e solidali con il popolo Ucraino, in queste ore drammatiche. Epperò resistere strenuamente, eroicamente, porterà alla probabile distruzione di una nazione e del suo popolo già in fuga per l'Europa, con donne e bambini la cui vista ci lascia autenticamente esterrefatti da quanto stanno subendo.

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Ma vale davvero la pena perdere tutto per non rinunciare a delle porzioni di territorio? Le repubbliche indipendentiste erano e sono la meta dei russi e non solo del loro dittatore, camuffato da presidente.

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Nell'immediato dopoguerra anche noi avemmo dei movimenti indipendentisti importanti. La Sicilia ed il nord est d'Italia volevano l'indipendenza. Erano giorni difficilissimi, l'Italia uscì a pezzi dalla guerra nazi-fascista. La politica, cioè la scienza che rende possibile ciò che è uguale e diverso tra gli uomini, riconobbe loro, nella Costituzione, uno statuto speciale, spegnendo così ogni  "istinto" separatista.

In quel momento poté sembrare una sconfitta per lo Stato, per l'Italia. Ma con il tempo quella indipendenza è diventata forza e si è adoperata per il bene della nostra nazione.

Certo le due situazioni non sono perfettamente sovrapponibili, ma mai nella storia dei popoli e delle nazioni questo accade.
Forse, per il bene del popolo Ucraino bisognerebbe perseguire questo risultato, perché niente è più sacro della vita, neanche la libertà. Ma per ottenere questo risultato, che non sarebbe certo una vittoria "patriottica" per gli Ucraini, bisognerebbe affidare le sorti di quella nazione a uomini meno coraggiosi ma più saggi. Riempire i cimiteri di uomini che non hanno mai neanche solo imbracciato un fucile, sarà anche "nobile" ma è uno spreco di vite umane enorme, un profondo dolore collettivo.

Il mondo sarà sempre dalla parte degli Ucraini. Ma a cosa servirà consacrarli nei cimiteri, seppur come eroi?

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