"Un piano che coinvolga – senza le discriminazioni registrate nel recente passato – gli attori che operano positivamente e con professionalità in Calabria e un disciplinare operativo per sviluppare concretamente l’enoturismo in tutte le aree vinicole regionali". È quanto chiede il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo Misto) presentando una mozione da sottoporre all’approvazione dell’Aula nella prossima seduta dell’Assemblea regionale. Per Pitaro è necessario "superare le fumose, deludenti e del tutto fallimentari pratiche fin qui perseguite che hanno determinato solo perdite di tempo prezioso in inutili polemiche, mettendo in piedi un piccolo, inconsistente “carrozzone”, una vuota parvenza di Enoteca regionale dall’incerto profilo giuridico".
Nell’atto di indirizzo Pitaro invita la Giunta a predisporre un "atto ricognitivo su quanto effettivamente sviluppato negli ultimi 10 anni in tema di enoturismo e di promozione dei vini calabresi. Bisogna ripartire dalle certezze – sottolinea il consigliere regionale – con una puntuale e fattuale verifica dei risultati conseguiti dalle azioni intraprese in Italia e all’estero al fine di valutare, al di là di nebulose e trionfalistiche asserzioni auto-referenziali, gli esiti reali, cifre alla mano, per poter computare l’effettivo rapporto costi-benefici". "L’atto ricognitivo – precisa l’esponente politico – deve comprendere anche quanto di concreto è stato avviato nelle relazioni fra territorio, attività vitivinicole e turismo, aggiornando e includendo una mappatura tematica delle strade del vino già attivate o pianificate in Calabria".
Inoltre si auspica "lo sviluppo, con l'ausilio delle Università, dei centri di ricerca e delle più accreditate e attive associazioni di categoria, sia dei produttori e sia del comparto nel suo complesso, di un Piano operativo di marketing dei luoghi e delle strade del vino così da potenziarle e trasformarle in veri assi attrezzati". "L'obiettivo – afferma Pitaro – è, superando incomprensioni e divisioni del passato, mettere insieme, in forma integrata e strategica, prodotti, percorsi, “sentieri”anche immateriali, luoghi di produzione e cantine, punti informativi e segnaletica, tutti gli spazi museali esistenti legati al vino o con sezioni di interesse enologico, strutture ricettive e ristorative armonizzati nell’impegno della valorizzazione dei prodotti tipici e dell'identità vitivinicola nonché eventi culturali e iniziative".
"Sono state pronunciate, e accreditate istituzionalmente, teorie bislacche, come quella che vedrebbe ormai superato il concetto di “Enoteca regionale fisica”. Basta vedere quelle che hanno le altre Regioni, distribuite e attivissime sui territori, per smentirle… È necessario - sottolinea Pitaro- progettare e realizzare spazi espositivi indispensabili per svolgere, con i più importanti ma anche i più piccoli produttori, attività di promozione dei prodotti vitivinicoli, in Calabria, in Italia e a livello internazionale".
"Occorre valutare – aggiunge ancora Pitaro – la possibilità di determinare, o aggiornare, il quadro normativo esistente in materia di turismo sugli aspetti specifici dell’ enoturismo. Ma anche promuovere a livello nazionale, sollecitando i ministeri dei Beni culturali e delle Politiche agricole, la candidatura delle terre del vino calabresi fra i luoghi della cultura vitivinicola italiana a Patrimonio Mondiale Unesco, nella lista dei beni immateriali".
Pitaro ricorda infine "che il quindicesimo Rapporto sul Turismo del vino in Italia ha accertato che questo settore determina a livello nazionale oltre quattordici milioni di accessi, tra escursioni e pernottamenti, e un giro d'affari di 2,5 miliardi di euro. Si tratta di un particolare segmento del turismo che coinvolge migliaia di aziende, determinando un notevole moltiplicatore economico, fra prodotto di vino acquistato e indotto nel territorio. Senza dimenticare che fra i turisti “del vino”, due persone su tre sono interessate anche all’olio extravergine".
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