Eolico nelle Preserre, Commodari (Potere al Popolo): "Moderna barbarie"

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images Eolico nelle Preserre, Commodari (Potere al Popolo): "Moderna barbarie"

  07 aprile 2025 17:25

Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infangare col marchio di briganti”.

Sosteneva Antonio Gramsci che “L’unità d’Italia, non è avvenuta su basi di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno, nel rapporto territoriale città-campagna. Cioè, il Nord concretamente era una “piovra” che si è arricchita a spese del SUD e il suo incremento economico-industriale è stato in rapporto diretto con l’impoverimento dell’economia e dell’agricoltura meridionale. L’Italia settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole, riducendole a colonie di sfruttamento”.

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Il 18 luglio 1983, nel suo intervento conclusivo alla Festa de l'Unità di Mantova dedicata ai Beni culturali, Enrico Berlinguer affermava che “Non si può in alcun modo pensare ad un rapporto fra l'uomo e il suo ambiente uguale a quello che è stato finora. Un rapporto di sfruttamento, di rapina, di saccheggio, dettato dalle più cieche logiche del massimo profitto da conseguire nel più breve termine. Altro che modernità. Questa è solo moderna barbarie. Ogni qualvolta l'abbandono e l'incuria per l'ambiente determinano qualche disastro allora si impreca contro il destino, ma sono colpe umane e politiche quelle che impediscono di contenere i danni delle alluvioni o delle siccità, che avvelenano fiumi e laghi e mari interi, che rendono irrespirabile l'atmosfera di tante grandi città. Le responsabilità sono politiche, concrete".

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Ho citato Antonio Gramsci per ribadire che ciò che è avvenuto con quella che le classi dirigenti di questo Paese chiamano “Unità d’Italia” non ha mai finito di dispiegare i suoi disastrosi effetti nei confronti del Mezzogiorno.

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Le classi dirigenti attuali perseverano in questa azione. Mentre quelle meridionali e calabresi, per come insegna “Il Gattopardo”, pur di mantenere il proprio potere a scapito delle popolazioni, si rendono complici di questa devastazione ambientale e sociale, che dimostrano che “Le responsabilità sono politiche”, e che non siamo difronte alla “modernità”, ma alla “moderna barbarie”, come sosteneva Enrico Berlinguer,

La devastazione ambientale e sociale delle multinazionali delle rinnovabili nella nostra regione oramai non conosce tregua perché trovano terreno fertile nel coacèrvo di interessi rappresentato dal capitale, dalla politica, dalla ‘ndrangheta e dalla massoneria.

Dopo aver disseminato nelle nostre montagne una moltitudine di pale eoliche, che i signori del vapore e della morte del nostro ambiente naturale chiamano ingannevolmente “parchi”, si accingono ad una ulteriore invasione barbarica.

Compiono questa ulteriore accelerazione per anticipare la legge regionale sulle cosiddette “aree idonee e non idonee” su cui installare le pale eoliche, imposta dal governo Meloni, che rappresenta un ulteriore regalo al capitalismo delle energie rinnovabili.

Il territorio delle Preserre, compreso tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia, è interessato da quattro nuovi progetti, per i quali è stata aperta un’istruttoria alla Regione Calabria o al Ministero dell'Ambiente:

  1. Progetto di un impianto eolico denominato “Bufalo” costituito da 9 aerogeneratori, per una potenza complessiva di 43,2 MW e opere di connessione alla RTN, da realizzarsi nei Comuni di Chiaravalle, San Vito sullo Ionio e Petrizzi (CZ)
  2. Progetto di un impianto eolico denominato "Parco Eolico Primus" costituito da 9 aerogeneratori di potenza unitaria di 7,2 MW, per una potenza complessiva di 64,8 MW e relative opere di connessione alla RTN, da realizzarsi nel nei Comuni di Vallelonga (VV), Simbario (VV), Vazzano (VV), Pizzoni (VV), Torre di Ruggiero (CZ), San Nicola da Crissa (VV), Capistrano (VV), Maierato (VV) e Filogaso (VV). La ditta proponente ha curiosamente sede a San Sostene, il cui sindaco è tra i più accaniti e attivi sostenitori dell’energia del vento. Un precedente progetto con la stessa denominazione e ubicato negli stessi comuni è stato bocciato;
  3. Parco eolico “Camelli”, di potenza pari a 43,2 MW e relative opere di connessione alla RTN, da realizzarsi nei Comuni di Simbario e Pizzoni, Vazzano, Filogaso e Maierato (VV). L’intera area interessata è sita all’interno del Parco naturale regionale delle Serre;
  4. Progetto di un impianto eolico denominato "Parco Eolico dell'Angitola" costituito da 11 aerogeneratori di potenza nominale pari a 6,0 MW, per una potenza complessiva di 66,00 MW e opere di connessione da realizzarsi nei Comuni di Capistrano, San Nicola da Crissa, Vallelonga (VV) e Chiaravalle Centrale, Torre di Ruggiero e San Vito sullo Ionio (CZ).

Questi progetti si aggiungono ai due che interessano i comuni di Chiaravalle Centrale, Torre di Ruggiero, Capistrano e San Vito, per i quali si attendono i giudizi di Ministero dell’Ambiente per l’uno e del Tar di Catanzaro.

Occorre confutare drasticamente l’idea che la tutela dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico siano obiettivi impossibili da raggiungere in maniera contestuale. Dobbiamo dire con forza no a quelli che sostengono che per tutelare l’ambiente è necessario distruggerlo. Non possiamo accettare l’idea e la pratica che per installare le pale si taglino interi boschi, migliaia di alberi, si aprano piste che somigliano ad autostrade e si distruggano le falde acquifere con gli scavi per installarle, nei quali finiranno milioni di metri cubi di cemento e tonnellate di ferro. Come sappiamo questa follia viene confutata sistematicamente dall’ISPRA nei suoi rapporti sul consumo di suolo, che considerano gli obiettivi di produzione energetica da fonti rinnovabili al 2030 raggiungibili solamente impiegando le sole superfici già compromesse, la cui estensione in chilometri quadrati equivale a quella della regione Umbria.

Il nostro, quello di Potere al Popolo, non è un no alle rinnovabili, all'innovazione, il nostro è un no a progetti che si vestono di nuovo e di verde, ma sostanzialmente ripropongono aggressione al territorio e distruzione ambientale.

Non ci faremo imbrogliare con le solite promesse del coinvolgimento di enti e associazioni locali, ricadute economiche positive per il territorio, bollette meno care, nuovi posti di lavoro. Questo gioco delle promesse non ci frega più perché abbiamo imparato a conoscerlo bene in molte altre occasioni e si è sempre trasformato in un gioco dalle carte truccate. Le promesse sono rimaste solo promesse e i fatti poi parlano di altro: profitti per pochi e devastazione dei territori.

Gli impianti eolici, per il loro numero, assumono dimensioni spaventose dal forte impatto sul paesaggio, sull'economia locale e sull'ecosistema terrestre e marittimo. Mostri che divorano risorse ad uso e consumo proprio della multinazionale di turno, a cui nulla interessa del bene comune delle popolazioni locali.

Peraltro, come già successo e continua a succedere in tutta la Calabria, questa finta transizione energetica fatta con i grossi impianti industriali, dietro le apparenze non ha nulla di green.

Chiamiamo, allora, le cose con il loro nome. Queste sono operazioni invasive per i territori, fonti rinnovabili utilizzate in maniera speculativa e non per una reale riconversione energetica, interventi utili solo agli interessi dei grossi gruppi energetici e nulla più.

Un capitalismo "green" che non investe sull'autonomia energetica della comunità e non ci affranca dalle fonti fossili non ha nulla di ecologico.

La nostra proposta è di una semplicità unica: il settore energetico deve ritornare interamente nelle mani del pubblico attraverso una sua immediata nazionalizzazione. Solamente così si porrà fine al famelico appetito delle multinazionali e si darà vita ad un processo una risocializzazione dell’energia. Tanto più che gli oneri di sistema che rappresentano circa il 15% del costo annuo della bolletta della luce li paghiamo con i nostri soldi.

Questi oneri includono le spese relative al sostegno delle energie rinnovabili come l’eolico.

Per comprendere come la destra e la “sinistra” parlamentare vanno d’amore e d’accordo sul versante eolico, hanno pensato bene di snellire l’iter per gli interventi di ripotenziamento (repowering) degli impianti eolici e fotovoltaici. La proposta? Procedure semplificate per gli interventi su impianti eolici esistenti, abilitati o autorizzati: secondo i firmatari la valutazione di impatto ambientale (VIA) o paesaggistica dovrebbe essere necessaria solo in caso di un incremento di potenza superiore ai 30 MW. Nei restanti casi dunque resterebbe obbligatoria solo la valutazione di incidenza ambientale (VIncA), un procedimento preventivo per valutare l'impatto di piani, programmi, progetti, interventi o attività su siti della Rete Natura 2000, quando applicabile.

Abbiamo a che fare con una vera e propria aggressione al territorio, fatta passare per riconversione energetica.

Non è riconversione energetica quella che cancella il nostro paesaggio, la memoria dei luoghi, la nostra stessa economia.

Non è riconversione energetica quella che non parte dalle comunità, non ritorna ad esse e non tiene conto delle esigenze di esse.

Anche in questa occasione ribadisco che il Sud ha necessità di una sola grande opera, che non è il Ponte sullo Stretto per il quale sono stati destinati 14 miliardi di euro, ma al contrario la tutela e messa in sicurezza del territorio attraverso un piano di risanamento che occupi centinaia di migliaia di giovani.

Il capitale, i padroni ci stanno prendendo tutto. Questo mondo capovolto non può durare. E allora lo dobbiamo rovesciare! Dobbiamo ribellarci!

Non dobbiamo rassegnarci a questa devastazione, dobbiamo continuare a lavorare per costruire una consapevolezza più vasta rispetto a questo nuovo processo di colonizzazione e di devastazione.

Si è già iniziato con la consegna al Presidente della Giunta regionale ed a tutti i Consiglieri regionali di 15.000 firme raccolte dal Coordinamento Regionale Controvento sull’”Appello del popolo calabrese ai suoi rappresentanti politici – Il rimedio peggiore del male – Per le fonti rinnovabili senza pesanti impatti sul territorio”.

Lo scrive Pino Commodari (Potere al Popolo Catanzaro).

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