"Sul fenomeno dell'erosione costiera che interessa da tempo il litorale dei comuni di Sant'Andrea e Isca Sullo Ionio vessato dagli effetti devastanti delle continue mareggiate, finalmente interagisce la Regione". È quanto afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro alla cui interrogazione del 22 aprile - a seguito delle interlocuzioni con alcuni titolari di strutture ricettive e di ristorazione che hanno dovuto fronteggiare a spese proprie i danni subìti - risponde l'Assessorato competente.
Commenta Pitaro: «Disastri che si sarebbero potuti evitare, se si fossero messi in atto gli interventi annunciati a più riprese dalle autorità competenti e mai intrapresi. Purtroppo, dalla risposta pervenuta, continua ad emergere un modus operandi che tende a tergiversare su una grave problematica e a procrastinare le iniziative urgenti e necessarie per salvaguardare il patrimonio costiero e ambientale e le aziende commerciali e turistiche che gravitano a ridosso del litorale di Isca e Sant’Andrea. Si legge infatti che 'i lavori potranno iniziare a settembre 2021 e concludersi, compatibilmente con le condizioni meteomarine, entro circa 150 giorni lavorativi'.
Ma promesse su un imminente inizio dei lavori – da cui dipende il futuro di attività che investono risorse ed energie in un settore fondamentale come quello del turismo – vengono rinnovate ciclicamente, concludendosi poi in nulla di fatto. Si pensi che nella suddetta fascia costiera dai 130 metri lineari di spiaggia nel 1981, si è arrivati a 80 metri nel 2011, a 50 metri nel 2014, fino all'azzeramento nel 2018. Siamo nel 2021 e la risposta dei decisori pubblici continua ad essere il rinvio della risoluzione del problema, che si spera questa volta sia effettiva e risolutiva".
Nel chiarire le cause dei ritardi, la Regione spiega che si tratta di “progetti complessi che necessitano dell’acquisizione di studi specialistici e specifiche competenze per la loro progettazione, dell’acquisizione di molteplici pareri compresi quelli relativi alla Valutazione di Impatto Ambientale e alla componente paesaggistica e archeologica ai fini della loro approvazione e ovviamente, per la loro realizzazione, delle procedure necessarie all’affidamento dei lavori" .
Inoltre, è puntualizzato "che l’estrema variabilità delle dinamiche marino-costiere molto spesso comporta il sopraggiungere, stante la considerevole tempistica per l’espletamento delle procedure di legge, di importanti modifiche allo stato dei luoghi dei progetti approvati con necessità di aggiornamenti e integrazioni progettuali. Nello specifico l’intervento in questione ha registrato una storia molto complessa dal momento che il progetto originario (sul cui preliminare erano stati aggiudicati i lavori a fine 2015 a seguito di appalto integrato) ha visto prima l’opposizione della popolazione locale e di alcune associazioni per il coinvolgimento dello scoglio della 'Scarpina' e poi il parere parzialmente negativo della soprintendenza archeologica in relazione ad alcune opere interferenti con il sito di ubicazione dei resti dell’antico porto romano in Soverato".
Pertanto, tutto ciò ha comportato 'la rimodulazione del progetto, con l’inserimento del Comune di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, che aveva rappresentato particolari problemi di erosione, e la necessità di acquisire nuovamente anche il parere di compatibilità ambientale; quindi sono stati rieditati diversi pareri e acquisite ben due valutazioni ambientali, sia nel 2018 sia ad aprile 2020. Da qui, in piena pandemia Covid 19, è ripartito l’iter burocratico con i controlli sulla ditta, la predisposizione dell’aggiudicazione definitiva e del contratto, che è stato stipulato in data 25/11/2020; a seguito di ciò la ditta ha provveduto alla consegna del progetto esecutivo pervenuto il 01/02/2021. Da febbraio 2021 si è dato quindi corso all’iter per la consegna finale dei lavori”. Conclude Pitaro: "Teniamo tutti la guardia alzata e vigiliamo affinché gli impegni siano rispettati, riservandoci di attivare, in caso di diaboliche perseveranze, ogni altro mezzo a nostra disposizione".
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