di STEFANIA PAPALEO
Sono trascorsi 10 anni da quei presunti episodi di maltrattamenti consumati in famiglia. Ma solo oggi, per un trentaquattrenne di Lamezia Terme, è arrivata l'ora del riscatto. Il giudice monocratico Maria Giulia Agosti, in accoglimento delle ragioni sostenute dagli avvocati difensori Eugenio Felice Perrone ed Ernesto Ruggiero, ha assolto V. G. da ogni imputazione a suo carico.
Estorsione e maltrattamenti in famiglia, nello specifico, le ipotesi di reato intorno alle quali ruotava il processo, per aere l'uomo più volte, in preda ai fumi dell'alcol, aggredito verbalmente e fisicamente la moglie e le due figlie, anche con morsi, lanci di bicchieri e l'uso di un bastone, costringendo queste ultime addirittura a fuggire di casa per trovare rifugi sicuri, e la moglie a denunciarlo alle forze dell'ordine, senza che tutto ciò ponesse un freno al comportamento violento dell'imputato.
Un padre-padrone a tutti gli effetti, dunque, secondo la ricostruzione accusatoria messa su dalla Procura, che era partita dall'arresto in flagranza di reato dell'uomo avvenuto il 4 maggio del 2018, data in cui gli venne contestata anche l'accusa di estorsione per aver costretto la moglie a consegnargli il denaro frutto del loro lavoro allo scopo di utilizzarlo per spese personali e per acquistare alcol. Fino a cacciare tutti fuori di casa, il 23 novembre del 2013, senza prima aver risparmiato botte alla moglie che, di conseguenza, aveva accusato un malore.
Accuse gravissime per l'uomo, che era rimasto sottoposto agli arresti domiciliari per sette mesi, tutte oggi cadute grazie alla strategia difensive dei legali che hanno dimostrato l'occasionalità degli episodi di violenza contestati e non la continuità richiesta per dimostrare la sussistenza dell'imputazione per la quale il pm d'udienza aveva chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione.
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