Europa e futuro, il commento di Mario Tassone: "Sovranismi minano il processo d'integrazione"

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Mario Tassone
  28 ottobre 2023 18:00

di MARIO TASSONE

L’appuntamento con il bilancio dello Stato sta evidenziando la debolezza di una compagine di governo che vince le elezioni, ma si ritrova priva degli strumenti che soltanto la politica può offrire: la visione e la sintesi fra opzioni diverse. Senza il prevalere dell’interesse generale è una sfida scomposta nel presente. Il futuro è rimosso dal contingente ,oggi dall’ appuntamento elettorale europeo dove si va senza un serio progetto per l’Europa ma con visioni diverse. L’Europa attraversa un momento esistenziale dove sovranismi non nuovi mettono in discussione il processo di integrazione. 

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I conflitti, l’attivismo di paesi emergenti che si aggregano, e le spinte egemoniche nuove mettono in discussione equilibri del passato e l’ Europa è divisa fra opzioni fra aree diverse. Movimenti anti USA prendono corpo e si riaccendono simpatie filo russe. Ci si divide nel conflitto mediorientale.  Le aggressioni e il terrorismo sono aspetti non rilevanti, sintomi di un enorme vuoto umano e culturale. L’Europa è in affanno tra adesioni a aree di influenze contrapposte. Con una Europa in crisi tutto diventa difficile.

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L’Italia, al di là delle professioni di fede europeiste e filo atlantiche, rischia di essere portatrice di confusione. 
Queste sono le cause delle difficoltà della maggioranza , che si divide su scelte serie,  perché non ci sono valori a cui riferirsi ma solo faide fra movimenti a conduzione personale. L’opposizione è un inganno patetico, una smentita di tante storie pur importanti del passato. Componenti della maggioranza che si scontrano fra scelte impositive e materie significative. Non c’è una idea, un ministro dell’economia che farfuglia e gli scarsi risultati nei rapporti internazionali, sono l’emblema di un nanismo politico che smentisce le elegiache narrazioni delle gesta governative. Il ragionamento è ripetitivo perché non c’è da inventarsi nulla.

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Non ci sono ideali, valori, politiche che assicurino vitalità democratica di una nazione,  ma c’è un terreno fragile in cui si cerca di costruire altro rispetto alle scelte del passato,  con una Costituzione diversa e una nuova declinazione della democrazia.  C’è chi sta ritrovando l’interesse nel centro la cui legittimazione è stata negata in nome della polarizzazione, dell’alternanza e del bipolarismo. Si era guardato al terzo polo ma Renzi e Calenda sono alla rissa personale, altri inseguono in Europa posizioni incompatibili con il centro cioè con una visione equilibrata, moderata e razionale.
Una area maggioritaria che spinga ai margini le estreme non può nascere se non c’è anche un polo che si rifà alla storia dei cristiani democratici e del popolarismo. I primi a non crederci sono coloro che si professano democristiani ma stanno in altre case, cercano altri traslochi e non pensano di ricostruire la propria casa. E’ una debolezza: tesaurizzare se stessi, ma senza fede si tesaurizza la povertà che pur camuffata è sempre povertà, quando si parla di….spirito!

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