Un commercialista milanese è stato arrestato dalla Guardia di Finanza insieme ad altre tre persone, tra cui sua nipote, con accuse a vario titolo per bancarotta fraudolenta e indebite compensazioni mediante l'utilizzo di falsi crediti d'imposta, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e due ai domiciliari) emesse dal Gip di Busto Arsizio (Varese). Secondo le indagini coordinate dal pm di Busto Arsizio Martina Melita, il commercialista, unitamente a un imprenditore di Milano ed altri collaboratori avrebbe alterato i bilanci e le dichiarazioni Iva di società prossime al fallimento o create ad hoc (14 in totale), con sede in provincia di Milano e Varese, per generare crediti d'imposta inesistenti.
Ricevendo un corrispettivo di circa il 20%, le società cartiere si accollavano gli ingenti debiti tributari accumulati da altre società operanti in varie regioni d'Italia, che però non veniva onorato in quanto oggetto di compensazione con propri falsi crediti, per un'evasione totale di circa 50 milioni di euro. Sempre su disposizione del giudice, le fiamme gialle hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per circa 12 milioni di euro. Altre 16 persone residenti tra Lombardia, Lazio, Calabria e Sicilia, sono indagate a piede libero in qualità di collaboratori dei quattro arrestati.
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