''C'è da rimanere sgomenti di fronte all'assurda vicenda dell'evasione di Massimiliano Sestito, il killer uscito di prigione due settimane fa dopo un provvedimento che si è
dimostrato alquanto improvvido, specie considerato che aveva già un'evasione alle spalle". Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo l'evasione dagli arresti domiciliari di Massimiliano Sestito, il killer uscito dal carcere il 12 gennaio, dopo una decisione della Corte di Assise di Appello di Roma, che ha accolto un'istanza della difesa.
"Ogni ipocrisia deve essere messa da parte, bisogna avere il coraggio di ammettere che questa situazione è una beffa per le vittime di ogni violenza criminale, per i loro familiari, per i cittadini che di fronte a questo scempio sentono vacillare la loro fiducia nel sistema, per lo Stato intero, a partire da chi vestendo la divisa dedica l'esistenza a combattere ogni mafia, rimettendoci non di rado la vita, come è accaduto al carabiniere Renato Lio ucciso da questo delinquente senza scrupoli", continua Mazzetti.
"Ci pervade un senso di vergogna e di frustrazione, e non si può nascondere, - evidenzia - perché giorno dopo giorno, volendo fare un'ampia considerazione, è troppo forte la sensazione che, l'eccessivo garantismo a senso unico, il politicamente corretto, e le polemiche strumentali e tutte 'politiche' non facciano che affossare le aspettative dei giusti e degli innocenti a vantaggio di chi ha un conto da saldare con la giustizia e con la legge''.
"Al cinquantenne erano stati concessi i domiciliari nel giugno scorso, ma aveva lasciato il carcere di Terni, dove era detenuto, solo due settimane fa, quando era arrivata la disponibilità del braccialetto elettronico. Sestito aveva finito di scontare la condanna a 30 anni per l'omicidio del carabiniere Renato Lio, del 1991, e dopo otto
pronunce dei giudici nel processo per l'omicidio del boss Vincenzo Femia era sottoposto a misura di custodia cautelare, in attesa dell'udienza in Cassazione, fissata per venerdì 3 febbraio".
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