di STEFANIA PAPALEO
Che i Sin siano catalizzatori di mutazioni genetiche a indirizzo neoplastico ormai lo sanno tutti. E lo sanno bene anche i cittadini residenti a Crotone, dove da troppi anni c'è chi parla della necessità di attivare screening onco-tossicologici mirati e biopsia liquida sui soggetti potenzialmente esposti alle scorie Tenorm della ex Pertusola. Ma forse non tutti sanno che da tempo esiste un Programma Nazionale di Prevenzione a cura dell'istituto Superiore della Sanità definito PROBE (Program for the Biomonitoring of the Exposure), che raccomanda una Prevenzione primaria da effettuarsi su matrice biologica delle popolazioni a rischio di esposizione a metalli tossici. A Crotone, infatti, questo Programma non si è mai realizzato. Da qui l'ennesimo inquietante interrogativo sollevato intorno alla male gestione di un sito che già troppe vittime ha lasciato sul campo, così come accertato dalle tante perizie stilate su ex lavoratori ormai deceduti a causa delle conseguenze letali di quelle scorie.
E allora ecco riemergere con prepotenza la sollecitazione che arriva da un esperto in materia, il medico oncologo catanzarese Pasquale Montilla, consulente dell'Ona di Roma presieduto avvocato Ezio Bonanno, ad attivare un progetto scientifico di prevenzione primaria ed epidemiologia molecolare in tossicogenomica sulla popolazione residente di Crotone.
Ed è proprio il professionista che spiega come l'Esposomica sia la nuova frontiera di ricerca scientifica oncologica sulla popolazione residente esposta dagli agenti chimici tossici e cancerogeni prodotti e depositati nell'area di Crotone. "Nei pazienti affetti da neoplasia in aree SIN - spiega il dottore Montilla - la ricerca di agenti chimici tossici cancerogeni nei loro tessuti neoplastici in ancoraggio fenotipico potrebbe chiarire aspetti innovativi per la ricerca avanzata in oncologia clinica e molecolare e suggerire terapie target di precisione, come i test genetici in biopsia liquida, così come emerge dalla sintesi dei dati raccolti dal lavoro dell'oncologo Montilla con l'ONA di Roma". E questo perchè l'obiettivo resta sempre e solo quello di "salvare vite umane contaminate in aree desolate definite SIN con elevata incidenza di neoplasie a patogenesi ambientale".
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