"Era doveroso venire qui: i sindaci, insieme ai miei concittadini e alla mia famiglia non mi hanno mai fatto mancare la fiducia in questi lunghi e incomprensibili due anni di sospensione. E' un modo per ringraziarli e vedere questo come un nuovo inizio".
Così Giuseppe Falcomatà, da ieri riabilitato dalla Cassazione a sindaco di Reggio Calabria, in seguito all'annullamento della condanna nel processo "Miramare", parlando stamattina a margine dell'Assemblea nazionale dell'Anci, a Genova.
"La sospensione non colpisce solo il sindaco, ma tutta la comunità che lo ha eletto - ha aggiunto - La riflessione vera che bisogna fare è consentire ai sindaci di fare i sindaci, senza che questo ingeneri la paura della firma. Avere paura è un sentimento che il sindaco non si può permettere di provare - spiega - la paura ti rallenta, ti blocca, ti rende insicuro e un sindaco non se lo può permettere perché una città che rallenta e si ferma è una città che va indietro".
"E' importante che i sindaci abbiano la possibilità di fare il mestiere più bello del mondo e per il quale i cittadini gli hanno dato fiducia. Ho capito qual è la vera differenza tra fare il sindaco ed essere sindaco - aggiunge - Essere sindaci è qualcosa di indipendente dal portare la fascia tricolore addosso perché quella fascia, con quello che è il suo peso e la sua responsabilità, continuiamo a sentirla anche quando non la indossiamo. E' un momento per me di grandissimi dubbi, ma nel quale c'è una certezza: farò il sindaco per i prossimi tre anni, ma mi sentirò sindaco per sempre".
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