False perizie per favorire Mantella. In aula il controesame di Lovato tra “non ricordo” e contraddizioni sul ruolo dell'avvocato Staiano

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images False perizie per favorire Mantella. In aula il controesame di Lovato tra “non ricordo” e contraddizioni sul ruolo dell'avvocato Staiano
Salvatore Staiano
  21 settembre 2021 20:17

di EDOARDO CORASANITI

Il prezzo della corruzione? “Non lo ricordo”. Dove è avvenuta? “Non lo ricordo” Cosa ha avuto ad oggetto il patto corruttivo? “Non lo ricordo”.  E’ la frase più ripetuta da Samuele Lovato, collaboratore di giustizia ed ex membro del clan Forastefano, durante il controesame condotto dall’avvocato Vincenzo Ioppoli, per conto anche del collega Nicola Cantafora, difensore di Salvatore Staiano, noto avvocato del Foro di Catanzaro, indagato per corruzione, favoreggiamento personale in concorso, frode processuale, falsa perizia, falsa attestazione a pubblico ufficiale, finalizzate a favorire Andrea Mantella, boss di Vibo Valentia, nella clinica “Villa Verde” di Donnici. Nell’accordo, secondo il teorema accusatorio, ci sarebbero stati avvocati, periti, consulenti tecnici di parte.

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Nell’aula bunker di Catanzaro, in via Paglia, il pentito conferma che Staiano avrebbe avuto “agganci in Cassazione” e, stanco di restare agli arresti domiciliari, avrebbe deciso assegnargli un incarico durante la permanenza nella clinica. L’avvocato cerca di capire cosa intendesse per “agganci in Cassazione”. Insomma, se si facesse riferimento a giudici, funzionari amministrativi, procuratori: il collaboratore chiarisce che intende “la magistratura in genere, tutto ciò che era avverso a noi. Anche poliziotti”.

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Incalzato dalle domande e dalle contestazioni della difesa sulle contraddizioni tra ciò che ha dichiarato nei vecchi verbali e quelli più recenti, Lovato ha fatto confusione su date e circostanze che avrebbero portato alla nomina del legale catanzarese. I fatti contestati risalgono effettivamente a più di dieci anni fa, ma l’avvocato Ioppoli gli ricorda una frase pronunciata da Levato stesso ad aprile scorso: “Le cose vissute in prima persona riesco a ricordarle meglio”. Verità che però scricchiola con quanto accade in aula: Lovato sostiene di aver dato l’incarico a Staiano dopo un incontro tra l’avvocato e Mantella avvenuto a Villa Verde, poi in occasione di un processo d’appello (ha anche sostenuto che avrebbe nominato Staiano perché era convinto che il processo avrebbe avuto esito negativo). E infine non ricorda se e quando ha firmato la procura formale di assegnazione dell’incarico.

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Un’altra serie di “non lo ricordo” si incasellano quando Ioppoli chiede di raccontare della vicenda in cui Staiano “si sarebbe messo in mezzo nel caso di una perizia a Ciccio Scrugli”, braccio destro di Mantella e successivamente ammazzato rispetto ai fatti contestati.
 “Staiano ha corrotto qualcuno. Me lo ha detto Scrugli”, dice Lovato.
“In che modo glielo disse Scrugli?” “non ricordo”,  “Il prezzo lo ricorda?” “non ricordo” “Dove era avvenuta?
“Non ricordo. Ho ricordi sfuocati”.  “Chi erano i corrotti? “Non lo ricordo”. “L’oggetto della corruzione?” “Non ricordo”.
E la questione Porsche: secondo Lovato, Mantella in un’occasione avrebbe pagato Staiano con la macchina di lusso. Circostanza che, oltre non verificata, non rappresenterebbe un reato ma, eventualmente, il prezzo di una prestazione professionale e non l’oggetto di una corruzione.

La prima parte dell’udienza è stata dedicata anche ai controesami degli avvocati Innocenzo Palazzo e Franz Caruso. Che, insieme all’esame condotto alla scorsa udienza dal pubblico ministero Annamaria Frustaci della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, contribuirà ad arricchire il fascicolo e sui cui dovrà decidere il collegio di giudici presieduto da Carmelo Tedesco.

Nel processo con rito ordinario sono imputati Andrea Mantella, 46 anni, di Vibo Valentia; Francesco Lo Bianco, 48 anni, di Vibo; l’avvocato Salvatore Staiano, 63 anni, di Soverato, avvocato di Catanzaro; l’avvocato Giuseppe Di Renzo, 46 anni, del Foro di Vibo Valentia; Silvana Albani, 69 anni, di Camerino; Luigi Arturo Ambrosio, 82 anni di Castrolibero; Domenico Buccomino, 66 anni, di Cosenza; Massimiliano Cardamone, 43 anni di Catanzaro; Antonio Falbo, 56 anni di Lamezia Terme.
Nel collegio difensivo gli avvocati Vincenzo Ioppoli, Armando Veneto, Nicola Cantafora, Gregorio Viscomi, Francesco Iacopino, Vincenzo Cicino, Fabrizio Costarella, Franz Caruso.

Si torna in aula il prossimo 1 febbraio 2022.

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