"Farmabusiness". Chi è Scozzafava, il concessionario Sky di Catanzaro socio in affari con Tallini e mediatore col clan

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Domenico Scozzafava

Scozzafava, Vincenzo Opipari,  Maurizio Sabato e Donato Gallelli, in concorso avrebbero posizionato nel cantiere edile relativo ai lavori di ristrutturazione  del palazzo  Fiorentino-Scoppa"  affidati alla AIl'ATI Costruzioni Procopio una bottiglia incendiaria

  19 novembre 2020 11:53

Ambizioso. Tanto. Una "smisurata ambizione", la definiscono gli inquirenti,  "tratto della sua personalità che emerge in ogni piega degli atti investigativi". 

E' Domenico Scozzafava, 39 anni coinvolto nell'inchiesta "Farmabusiness"  condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri,   Lui, il grande mediatore. Ambizioso, già. "Una caratteristica  - si legge nelle carte -  che lo conduce  al continuo tentativo di accrescere e rafforzare  la sua considerazione  negli ambienti criminali più influenti ai quali chiede consiglio per ampliare la sua attività di tecnico  antennista e concessionario Sky in tutta la Calabria".

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A punto punto ambizioso da partecipare ad un summit  nella tavernetta dell'abitazione di Nicolino Grande Aracri dove "non svolge - si legge  nelle carte - alcun intervento di interesse, sta muto come un bravo picciotto" .

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Secondo le accuse insieme a Vincenzo Opipari,  Maurizio Sabato e Donato Gallelli, in concorso tra loro avrebbero posizionato nel cantiere edile relativo ai lavori di ristrutturazione  del palazzo  Fiorentino-Scoppa"  affidati alla AIl'ATI Costruzioni Procopio  capogruppo mandataria  e Tecno Cisall srl impresa mandante  nel cuore del centro storico di Catanzaro  due bottiglie di plastica contenete liquido infiammabile con un pezzo di stoffa e tre fiammiferi fissati sul tappo avvolto da nastro adesivo per  costringere i titolari del cantiere a consegnare una somma di denaro non determinata.  

Per i  magistrati della Dda  Domenico Scozzafava, 39enne è considerato vicino al clan dei Gaglianesi . Lui che diventa con Mimmo Tallini, secondo le carte dell'accusa, socio nell’affare del business delle farmacie "e sarà sempre Scozzafava a tenere al corrente Tallini di tutto ciò che accade, minuto per minuto".  Scozzafava, "che corre su due piani: quello della criminalità organizzata e quello della politica rappresentato da Tallini". 

Lui,  con il ruolo di partecipe del sodalizio, che mantiene rapporti diretti "con i vertici della cosca della quale si é posto a totale disposizione, fornendo un importante contributo attivo alla stessa, occupandosi degli interessi economici del sodalizio, con riguardo agli investimenti dei proventi dall'attività della consorteria, la cura delle operazioni imprenditoriali, anche sofisticate (ITALIA e la società FARMAEKO nel settore delle farmacie e parafarmacie), partecipando alla riunione, con altri esponenti di vertice del sodalizio, in cui se ne stabilivano le strategie, esprimendo la consapevole e volontaria partecipazione all'associazione indranghetistica, la osservanza delle sue gerarchie e regole, la fedeltà alle direttive ricevute, il perseguimento dell'interesse dell'organizzazione, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di espansione della capacità di condizionamento e il  controllo del sistema economico nell'area del catanzarese". 

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