Mafia di serie A. La cosca “Grande Aracri”, per il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, era ed è un’associazione criminale di stampo mafioso di serie A che nasce a Crotone e che arriva dritta a Catanzaro.
Durante una conferenza stampa telematica sono stati diffusi i particolari dell'inchiesta che ha fatto venire fuori un presunto legame tra la cosca Grande Aracri e la distribuzione dei farmaci in Calabria (circa 20 farmacie e parafarmacie in Calabria, 2 in Puglia e una in Emilia-Romagna).
Il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha spiegato: "L'Indagine è importante ed è stata fatta sul campo. Sotto inchiesta una famiglia di 'ndrangheta di serie A. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato: sono felice di lavorare con questi uomini con serietà e anche affetto. Sono dei giovani che lavorano notte e giorno per noi con entusiasmo perché sanno che fanno parte di una grande squadra".
Il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, titolare dell'inchiesta insieme ai sostituti Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, ha evidenziato che "emerge uno spaccato del carattere tentacolare dell’organizzazione di ‘ndrangheta Grande Aracri dotata di una capacità pervasiva di condizionare la vita pubblica. Gli esiti di questa attività di indagine hanno dato conto delle iniziative imprenditoriali su settori particolarmente redditizi. Figura istituzionale attinta dall’odierna misura che ha trovato un anello di congiunzione con un altro soggetto, un imprenditore di Catanzaro capace di relazionarsi con esponenti della politica e della criminalità organizzata catanzarese e di Cutro. C’è tutta una rete di soggetti che ruota intorno alla cosca".
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Il Comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, Antonio Montanaro, si è soffermato sulla operatività della cosca grande Aracri, anche definendo nuovi assetti dopo operazioni che avevano colpito esponenti di vertice.
"È emerso come articolazioni della ‘ndrangheta su due distinti binari: controllo del territorio e infiltrazioni di carattere imprenditoriale. E di questo ci siamo occupati approfondenti su una vicenda per l’avvio di una società base a Catanzaro finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali, farmaci da banco e prodotti parafarmaceutici con la realizzazione di una fitta rete in franchising di farmacie e parafarmacie. Dal 2016 abbiamo documentato una 20ina di farmacie in Calabria, alcune in Puglia e una in Emilia Romagna".
IL RUOLO CENTRALE DI DOMENICO TALLINI- Da quanto emerge sembrerebbe centrale la figura del presidente del Consiglio regionale ai domiciliari, Mimmo Tallini, ora agli arresti domiciliari, che avrebbe assicurato alla consorteria mafiosa il supporto per accelerare l'iter burocratico per l'ottenimento di autorizzazioni per l'avvio delle attività. Grazie a lui sarebbero state superate difficoltà amministrative e burocratiche che stavano avvenendo l’avvio in cambio di un sostegno elettorale nel novembre 2014.
Danilo Cimicata, del comando provinciale dei carabinieri di Crotone: "Fondamentale il ruolo ricoperto delle donne che permettono continuità dove i capi sono detenuti. Sono il tramite con esponenti in carcere, si fanno carico di recuperare crediti mancati per farli confluire nella bacinella. Molti vedono le donne rimaste fuori dal carcere come punto di riferimento".
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