di EDOARDO CORASANITI
Quindici mesi di attesa, 20 imputati, una sentenza: la giudice Barbara Saccà si è ritirata in camera di consiglio per scrivere e decidere sul caso "Farmabusiness", che vede coinvolti esponenti del clan di Cutro in presunti affari con la politica e il mondo dell'imprenditoria. Al centro, i legami della cosca Grande Aracri nel presunto business della distribuzione dei farmaci. La Dda ha chiesto la condanna per i 20 imputati (LEGGI LE RICHIESTE DI CONDANNA).
Tra i convolti anche l'ex presidente del Consiglio regionale ed ex assessore al Personale della Regione Calabria, Domenico Tallini. Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, la Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri ha chiesto 7 anni e 8 mesi il forzista. Per l'accusa, Tallini avrebbe agevolata la cosca attraverso il suo operato tra i palazzi della politica calabrese. In cambio, avrebbe ottenuto i voti per l'elezione nel 2014.
Nelle udienze precedenti il collegio difensivo di Tallini, composto dagli avvocati Vicenzo Ioppoli e Carlo Petitto, ha chiesto l'assoluzione ritenendo non poggiate su fatti le accuse della Procura.
Per Farmabusiness, il 19 novembre 2020, il politico è stato agli arresti domiciliari fino a quando il Tribunale della Libertà ha annullato la misura. La decisione è stata confermata dalla Cassazione.
L'attesa oggi in Tribunale è anche per gli atlri imputati del processo, tra cui l'antennista catanzarese Domenico Scozzavafa (difeso dagli avvocati Nicola Cantafora e Dario Gareri), per cui la Dda ha chiesto 16 anni di reclusione. Presenti in aula i pm Vincenzo Capomolla e Domenico Guarascio.
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