di EDORADO CORASANITI
Esattamente 15 giorni dopo dall'arresto, Raffaele Sisca ritorna in libertà. Ieri l'udienza di ieri davanti ai giudici del Tribunale della libertà di Catanzaro, e dopo 24 ore la decisione: i giudici hanno annullato la misura cautelare degli arresti domiciliari emessi dal Gip il 19 novembre scorso, giorno in cui è scattato il blitz coordinato da carabinieri e Procura di Catanzaro e che ha portato all'emissione di 19 misure cautelari (11 in carcere e 8 agli arresti domiciliari) e denominata "Farmabusiness" Nelle carte del blitz coordinato dal procuratore Nicola Gratteri, la cosca Grande Aracri di Cutro e l'affare della distribuzione dei farmaci in Calabria, Puglia ed Emilia Romagna. Raffaele Sisca è difeso dagli avvocati Giovanni Nicotera e Ilda Spadafora
Già durante l'interrogatorio di garanzia Sisca ha negato la vicinanza e quindi l'assoluta estraneità alla famiglia di 'ndrangheta dei Grande Aracri.
Sulla Farmaeko, la società accusata di essere state utilizzata dai Grande Aracri per riciclare denaro e di cui Sisca era socio, la versione è stata sempre quella di assoluta illecite rispetto ad operazioni illecite: Sisca dal primo momento ha detto che da quell'attività è stata fallimentare, "ne sono uscito con le ossa rotte", ed è stata contraddistinta solo dalle spese e mai da entrate. Come dimostrebbero anche i documenti presentati dagli avvocati Nicotera e Spadafora.
Si tratta della terza misura cautelare modificata in "Farmabusiness". Le prime due sono state sostituite dallo stesso Gip che le aveva emesse: revocati gli arresti domiciliari per l'imprenditore lametino Pasquale Barberio (difeso dagli avvocati Pietro Funaro e Giuseppe Fonte,) e per l'avvocato Domenico Grande Aracri (difeso da legali Gregorio Viscomi e Salvatore Staiano) passato dagli arresti domiciliari all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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