di TERESA ALOI
Il sito di riferimento parla chiaro: “La Farmacia basa la sua attività sul rispetto della centralità del malato, cercando di soddisfare il bisogno di salute del cittadino e migliorando sempre di più la qualità delle prestazioni erogate. Particolare attenzione viene riservata al cliente, intendendo per cliente la persona malata, il medico, l'operatore sanitario, il tecnico operante in ospedale e i singoli cittadini”.
Una missione nobile quella della Farmacia ospedaliera all’interno del Centro di riferimento regionale fibrosi cistica di Lamezia Terme. Nobile se nella catena di distribuzione tutto funzionasse a dovere. E invece capita - e anche spesso - che i farmaci non siano disponibili. Una questione spinosa quella della “scomparsa” seppure temporanea di alcuni farmaci indispensabili a tutti coloro che affrontano quotidianamente la malattia. Una malattia genetica ed ereditaria che compromette l'apparato digerente e respiratorio ad andamento cronico-progressivo. Una malattia il cui trattamento comporta dal momento della diagnosi e per tutto il corso della vita del paziente un intenso programma di fisioterapia respiratoria (terapia inalatoria e di mobilizzazione delle secrezioni bronchiali in media 3/4 sedute/al giorno di un’ora circa) e l' impiego continuo di antibiotici, sia per via endovenosa che per via aerosolica ed orale. Per tutta la vita del paziente. Va da sé che si ha necessità di un continuo approviggionamento di farmaci che devono essere disponibili sempre e comunque.
“Purtroppo – spiega una giovane mamma – non è così. Tutti i mesi, anche più volte, ci rechiamo presso la farmacia territoriale di zona per ricevere quanto prescritto dal Centro di riferimento Regionale F.C. di Lamezia Terme. Ultimamente però succede che recandoci presso la farmacia territoriale (il presidio è aperto i giorni dispari dalle ore 8,30/12,30, ndr) ci sentiamo dire che i farmaci non sono disponibili. Farmaci salvavita che i nostri figli utilizzano quotidianamente, che hanno un elevatissimo costo e che non possono essere assolutamente sostituiti con altri e tanto meno sospesi. La farmacia - racconta la giovane mamma - ci dice di avere fatto l'ordine per tempo ma sembra che il documento si areni al Provveditorato dell’Azienda sanitaria provinciale”.
Tutto questo si traduce in angoscia e disperazione per tutte quelle mamme e papà che si trovano a combattere quotidianamente per regalare una vita “normale” ai loro ragazzi. Per non spegnere i loro sorrisi. Per non farli sentire diversi. Perché i malati non possono aspettare.
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