di TERESA ALOI
La porta rigorosamente chiusa. E guai a tentare di aprirla. Alle 10 al poliambulatorio di Catanzaro Lido, in Viale Crotone, ci sono già 24 persone in attesa di essere chiamate per sbrigare le pratiche sanitarie che le hanno portati lì. La maggior parte di loro sono anziani. Nulla di strano se solo non fossero gomito a gomito nel patio antistante l'ingresso e se ci fosse stato qualcuno a dir loro come "muoversi".
Se fino a qualche tempo fa si poteva accedere all'interno della struttura e attendere comodamente il proprio turno sapendo già dove andare, l'emergenza Covid ha dettato nuove regole. O meglio, al poliambulatorio di Lido sembra che l'organizzazione non sia stata presa in considerazione. Già, perché a parte un banchetto di fortuna appoggiato a un muro e un rotolo di numeri penzolante dalla grata della finestra - sembra tra l'altro che quei numeretti servissero solo a chi doveva richiedere presidi o prestazioni per diabetici - non c'era nulla.
Non c'era un dispenser di disinfettante, ad esempio. Nè tanto meno quel distanziamento sociale tanto decantato e utile anche e soprattutto in questa fase 2 dell'emergenza Covid, per evitare ogni forma di contagio. Ma soprattutto non c'era chi "smistava" gli utenti, verso i piani superiori. Nessuno che ti indirizzasse al tuo arrivo.
"Ogni tanto - racconta un utente che stamattina era lì - usciva una persona e chiedeva cosa dovessimo fare. Ovviamente ad alta voce, in barba alle più elementari norme sulla privacy, leggendo dati personali ad alta voce. Poi ti dava una penna, chissà quella penna da quante mani era passata - e un modulo da compilare". Inutile dire che il modulo lo dovevi compilare sulle gambe o, per chi è stato più fortunato, appoggiato ad un muro. "E' normale che si prendano precauzioni in questo momento - racconta ancora l'utente - ma mi è sembrato troppo lasciare abbandonate a se stesse 25 persone, per lo più anziane, che non sapevano cosa fare. Abbandonati a se stessi, nel vero senso della parola".
In molti, esasperati, avrebbero provato anche a fare delle rimostranz,e ma la risposta è stata quella di rivolgersi alla Direzione sanitaria dell'Azienda sanitaria provinciale. Alla fine gli utenti chiedono solo un'organizzazione e una gestione adeguata al momento. "La gestione non si può esaurire nel negare l'accesso ad un pubblico servizio".
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