"La governatrice che non parla con le parti sociali anche dopo numerosi solleciti, che ha lasciato i lavoratori in tutti i posti di lavoro, ed in particolar modo quelli della sanità in condizioni pietose nel lavorare senza dispositivi di sicurezza, - con l’aggravante che oggi scadono i contratti e partono i licenziamenti-, che vuole chiudere le frontiere della Regione, crediamo debba mettersi un attimo il cervello in pace", è l'inizio della nota stampa scritta dall'Unione Sindacale di Base Calabria, che fa riferimento all'ultima ordinanza emanata dal governatore della Regione, Jole Santelli.
"L’ordinanza di apertura delle attività calabresi proprio dove c'é maggiore circolazione di persone ci pare alquanto arrischiata, probabilmente vuole fare politica di opposizione al governo centrale, ma non le permettiamo di farla sulla pelle dei lavoratori calabresi. Abbiamo già perso tantissime vite umane e ci sono tantissimi contagi, ora vorremmo capire nella fase acuta della peggiore emergenza sanitaria mai vissuta dal nostro Paese, dopo aver lottato come USB, contro i ritardi, le lacune e le omissioni nell’applicare le prescrizioni previste dalla leggi e dai vari DPCM, come e con quali strumenti pensa di riaprire", continua il sindacato.
"Dove sono gli acquisti, le precauzioni, le direttive, uno straccio di regolamento valido per tutte le aziende per evitare i contagi sia dei lavoratori che degli utenti che praticano le attività che lei riapre? Con quale modalità vengono disciplinati i sistemi di ingresso nelle attività commerciali dei lavoratori e utenti con riferimento al controllo della corporatura corporea, -l’obbligo di comunicazione dell’eventuale variazione del rischio biologico derivante dal virus, l’aggiornamento del DVR, nonché l’individuazione dei soggetti autorizzati alla raccolta e al trattamento dei dati dei lavoratori, necessari per prevenire arginare il rischio epidemico per ogni attività aperta al pubblico? ( chi li effettua, chi li deve svolgere)-. Quali sono le attività preventive che il datore deve mettere in campo per essere in regola con i nuovi obblighi? Come USB, quello che ci riguarda con particolare interesse è il punto di vista della sicurezza e salute di tutti ma con particolare implicazione anche alla privacy dei lavoratori oltre alla parte relativa alle modalità di ingresso nelle attività commerciali di pubblico".
"Quali sono le norme sanitarie che lei governatrice mette in atto per tutelare i datori di lavoro se non il personale, prima dell’accesso nei bar e ristoranti, al controllo della corporatura corporea, e vietando l’ingresso qualora questa sia superiore ai 37,5°? Come lavorano in condizioni di sicurezza i dipendenti con il distanziamento ed i DPI che non dispongono? Chi verifica ed eventualmente preclude l’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni generali, la responsabilità è in capo alla governatrice? oppure ai lavoratori costretti a lavorare ? Oggi cara governatrice, anche richiedere ai lavoratori certificazione o fare indagini sul suo stato di salute non può essere affrontato come fa lei con la sua genericità scrivendo “io apro tutto”? Ci sono normative previste o disposte dagli organi competenti, in quanto la finalità di prevenzione dalla diffusione del Coronavirus deve essere svolta da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato? Se vogliamo il rispetto delle norme".
"La invitiamo, singolare governatrice, di mettere in linea il cervello tutti i giorni dell’anno. Come Unione Sindacale di Base esprimiamo tutta la nostra inquietudine per il suo avvio della Fase 2, ricordandole che già c'é stata incapacità di gestire la fase 1, ora perseveriamo? Aggiungiamo che tutti i lavoratori in tutti i settori oggi riscontrano criticità legate alla pulizie, alle sanificazioni degli ambienti di lavoro, distanziamenti e DPI carenti se non assenti, non vorremmo che oltre al contagio anche questi li mettiamo a carico dei lavoratori. La USB si batterà affinché questo mandare al massacro i lavoratori e l’utenza “comandata” da chi sta comoda seduta su soffici poltrone pagate dai calabresi, non accada".
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