di APOLLONIA NANNI
Rocco Guglielmo, direttore artistico del Museo Marca di Catanzaro: una fantastica avventura iniziata nel 2015. Fascinazioni, di spazi, colori, forme: Ognuno di noi nasce con un destino tracciato.
Nietzsche scrive, la cosa più difficile è diventare quello che sei. Lei quando ha scoperto di amare l’Arte?
"Il mio primo approccio con l’arte risale a quando avevo 30 anni, quando ho acquistato la mia prima opera, nello stesso periodo sono diventato notaio e da li è cominciata la mia passione per l’arte contemporanea".
Lei colleziona Arte Contemporanea, spaziando tra pittura, scultura, fotografia. Mi può raccontare un aneddoto, uno stratagemma per acquisire l’oggetto del suo desiderio?
"Colleziono prevalentemente Arte Contemporanea. Il mio interesse inizialmente era rivolto principalmente agli artisti figurativi italiani, oggi punto molto sui giovani talenti mostrando sempre enorme interesse per i grandi maestri. Non utilizzo uno stratagemma per acquistare un’opera, è la curiosità, oltre la passione, che mi spinge a scegliere l’opera da acquistare. E’ l’attrazione verso un’opera piuttosto che un’altra, che mi sollecita la scelta, lo è ancor di più, il desiderio di conoscere e approfondire il rapporto con l’artista che l’ha pensata, creata, realizzata, per riuscire meglio a entrare nel profondo legame che si coniuga tra opera e artista".
Un tempo si soleva visitare gli studi degli Artisti, uso praticato da collezionisti, mercanti, galleristi… Oggi abbiamo a disposizione i “social” e “girare” nel mondo basta un click. Lei come sceglie gli Artisti su cui puntare? Preferisce il contatto diretto o ritiene più gratificante immergersi nelle “stanze” dell’Artista?
"Punto sempre sul curriculum di un artista, sulle sue esperienze, sulle mostre realizzate, luoghi dove ha esposto, eventuali riconoscimenti ottenuti. Elementi per me importanti, nella scelta dell’artista su cui puntare; spesso mi affido alle gallerie e al loro accurato lavoro: le loro conoscenze, i loro contatti sono essenziali per non rischiare di avere brutte sorprese. Ho avuto molte occasioni di visitare i “laboratori” di grandi Artisti Italiani, mi piace anche curiosare negli studi dei giovani emergenti, mi invitano spesso e io accetto sempre con entusiasmo, proprio nel luogo del processo creativo e vitale dell’artista, perché è nel suo “habitat” che avviene il contatto reale con la sua ricerca artistica in cui egli si racconta e si svela. Ho avuto la fortuna di ascoltare molti racconti, ognuno diverso con un unico fine: l’amore per l’arte, e per questo mi sento un privilegiato".
Lei è già attivo nel campo dell’Arte da tempo, dal 2015 è direttore artistico del MUSEO MARCA di Catanzaro. Ritiene una sfida e un’avventura fantastica questo suo impegno che concilia con la sua professione di notaio? Ce ne vuole parlare?
"Nel 2010 decido di costituire una Fondazione per mantenere intatto il nucleo principale della mia collezione, concretizzando, in tal modo, la volontà di organizzare una piattaforma integrata di attività culturali sul territorio, dal 2015, con l’affidamento della direzione artistica del Museo Marca, si sono potenziate le occasioni di collaborazioni per la realizzazione di progetti sempre più specifici e dal respiro internazionale. Una importante sfida accettata e voluta, sicuro della professionalità e dei rapporti stabili costruiti negli anni con i vari operatori culturali. Rimango sempre un professionista che ha la fortuna di seguire una passione, questo mi appaga, mi aiuta ad essere più motivato: perché essere così appassionato mi fa amare ancora di più il mio lavoro e la vita che conduco".
Lei acquista per investire o per scelte puramente passionali? Gerhard Richter e Maurizio Cattelan, quale di questi artisti inserirebbe nella sua collezione?
"Finora ho acquistato per passione, attratto dallo stile dell’artista, dal valore artistico e culturale dell’opera. Investire in arte significa, soprattutto, conoscere bene il mercato dell’arte. Non ho ancora provato, dopo attenta e previa valutazione sicuramente inizierò una nuova avventura artistica. Dovendo scegliere tra Cattelan e Richter, premesso che apprezzo molto entrambi, forse, in questo momento opterei per l’acquisizione di un’opera di Richter".
Il valore di una collezione è strettamente connesso alla qualità delle opere di cui si compone, che non sempre coincide con il nome dell’Artista.
"Il valore di una collezione è strettamente connesso alla qualità delle opere di cui si compone. Non sempre coincide con il nome dell’Artista".
Prevede cambiamenti epocali anche nel campo dell’Arte, dopo il corona virus? Meno “esterofilia” nella scelta degli Artisti?
"Sicuramente da questa drammatica esperienza è emerso che il mondo dell’arte ha trovato un valido modo di cui avvalersi: il mondo digitale, per divulgare notizie e immagini, musei, gallerie ecc. potranno fidelizzare artisti, pubblico, mercanti e appassionati, proprio attraverso le nuove piattaforme che si sono ulteriormente moltiplicate in questo periodo. Questo sistema permette a quanti ne sentano il bisogno, l’opportunità di soddisfare il desiderio di “visitare” un luogo, ammirare un’opera d’arte e poterlo fare in ogni momento. Fantastico! Personalmente fremo perché riaprano i musei, perché la vitalità, il fermento che regna nei luoghi dove si fa cultura si percepisce meglio fisicamente, respirandone anche solo l’aria. Non credo che il ritorno alla normalità possa cancellare tanto facilmente le tendenze degli ultimi anni, ma spero che si riesca almeno a fare una ponderata valutazione degli appuntamenti costruiti attorno al mondo dell’arte , attualmente davvero numerosi".
Colleziona anche Artisti meno noti ma dal futuro promettente?
"Colleziono soprattutto opere di giovani artisti. Sono particolarmente attratto dalla fotografia, pur riconoscendo che i giovani di oggi sono abili e attenti scultori. Mi piace il loro entusiasmo e vedo in tanti di loro potenziali grandi nomi del panorama artistico contemporaneo".
Progetti futuri?
"Tra i progetti più imminenti della Fondazione Rocco Guglielmo rientrano: la realizzazione degli eventi in programma al MUSEO MARCA, rinviati per le restrizioni imposte dal periodo: una mostra antologica dell’artista Max Marra, la personale del giovane scultore catanzarese Paolo Migliazza che seguiranno dopo la chiusura della mostra: “Looking forward to the past” di Massimiliano Pelletti e “Memoria di un giardino” di Maria Luigia Gioffrè".
"Il giorno della civetta", opera di Apollonia
L’Arte ha una funzione salvifica e necessaria per l’essere umano. Immaginate per un attimo i nostri Musei Italiani, ricchi di collezioni dei più grandi Artisti che ci hanno reso grandi nel mondo, Caravaggio, Michelangelo, Veemer, Tiziano…contenitori di altra mercanzia, senza il trionfo delle Pitture degli olii su tela del racconto dei nostri avi attraverso le pennellate di tali geni, quanto vuoto nella nostra vita! Vi siete chiesti quante incredibili storie d’amore si celano dietro la scelta del conteso bene da collezionare? Possedere l’oggetto amato avvicina ad una intima concezione di infinito, una sorta di traslazione celestiale, visionario e folle, devoto in un atto di conclamata fede. Il Collezionista! Ci sono esempi fulgidi di persone, nonostante gli affanni della vita, e per rifuggire, hanno costruito oasi immense dove ripararsi insieme a collezioni d’arte speciali.
Ma quali sono le regole fondamentali quando si installa un’opera in casa? Non ci sono delle regole da seguire, c’è chi ama il vuoto, chi preferisce riempire gli spazi. L’importante è non abbinare le opere alla tappezzeria e al colore dei divani. Sovente sento dire: “L’opera mi piace perché prevale lo stesso rosso del mio divano, ottimo abbinamento”! Inorridisco! Mi viene in mente ANDY WAROL, nello specifico una delle sue tante serigrafie, raffigurante un uomo seduto su una sedia elettrica in cui sullo sfondo dominava il colore giallo, Warol raccontava di come e quanto l’opera andasse a ruba tra i cittadini di NEW YORK, perché potevano abbinarla al giallo delle loro pareti! Impressionante! Ritengo il “quadro della situazione” che abita le nostre case, una “finestra sul mondo”.
Attraverso l’arte oggi si può esprimere la nostra voce più segreta quella che spesso non trova spazio nella quotidianità, ci permette e promette di lasciare una traccia eterna della nostra storia, di ciò che siamo e cosa la vita ci ha insegnato.
“In hoc signo vinces”: sono ciò che ho e quel che mi circonda è significato del mio significato. (In questo segno vincerai). Felici di rendersi tali! L’ Arte resiste oltre le distanze. Miracolo dell’Arte!
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