Fase 2. Il ministro Speranza: "Ho chiesto più di 3 miliardi per la Sanità nel prossimo decreto. Dobbiamo aumentare il numero dei tamponi"

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Il ministro Roberto Speranza
  05 maggio 2020 22:55

"Ho chiesto più di 3 miliardi di euro nel decreto maggio, che verrà approvato questa settimana, per dare più forza al nostro Servizio sanitario". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto a 'Di Martedì' su La7. Bisogna ad esempio, ha spiegato Speranza, "rafforzare i presidi territoriali, e questo significa essere più veloci nel fare i tamponi, aumentare il numero dei servizi domiciliari dove sono i medici e gli infermieri che vanno a casa. Necessari anche più soldi per l'area ospedaliera e questo significa più posti a tempo indeterminato nelle nostre terapie intensive". Prima della crisi, ha concluso, "avevamo 5100 posti di terapia intensiva ma dobbiamo aumentare in modo considerevole questo numero, perché dobbiamo essere più in grado di affrontare una eventuale seconda ondata".

"La mia impressione in queste prime ore della Fase 2 è che si sta andando nella direzione giusta". I dati relativi a queste prime ore di fase 2, ha detto, "li vedremo tra qualche giorno, perché non siamo in grado di analizzarli in tempo reale nelle stesse ore, ma mi sembra che gli italiani stiano dimostrando di aver capito il rischio e stiano dimostrando responsabilità", ha affermato. "Dobbiamo continuare a insistere sulla app per il tracciamenti dei contatti, nel rispetto delle norme, ma questa è solo un pezzo di una strategia più ampia". "Ci può aiutare a tracciare più velocemente i contatti di una persona, quindi ci può aiutare, ma non è il miracolo che risolve il problema".

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"Finora abbiamo consegnato più di 2 milioni di tamponi alle Regioni e altri 5 milioni li consegneremo nelle prossime settimane; siamo uno dei Paesi in Europa che ha fatto più tamponi e credo che dobbiamo insistere su questa strada". "Le norme vanno interpretate con buon senso, un buon senso che in queste ore gli italiani hanno dimostrato di avere molto più di qualche commentatore". "Non sono per le regole fisse che diventano costrizioni, ma ci appelliamo appunto al buon senso delle persone", tenendo conto che è ancora necessario "limitare il più possibile i contatti". Quindi, ha sottolineato il ministro, "non ci sarà un poliziotto per ogni bus o vagone di treno o un controllo per tutto, ma sono le persone che devono capire i rischi e lo stanno facendo". Infatti, ha aggiunto, "i sindaci dicono che si sta attuando una autoregolamentazione molto positiva". E' "chiaro - ha concluso - che i controlli ci sono, ma non possiamo immaginare di gestire le prossime settimane solo attraverso un uso straordinarie delle forze di polizia. La mia sensazione i queste ore è però che gli italiani abbiano capito i rischi e si stiano organizzando".

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