Fase 2, l'avvocato Marino (Vitambiente) illustra le proposte già sul tavolo della governatrice Santelli e del presidente Tallini

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Fase 2, l'avvocato Marino (Vitambiente) illustra le proposte già sul tavolo della governatrice Santelli e del presidente Tallini
Pietro Marino
  29 aprile 2020 17:33

di MASSIMO PINNA

Calabria alle prese con la fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Tra le realtà che, con esperienza sul campo in questi mesi, stanno realizzando una rete sociale di solidarietà con la sinergia degli enti territoriali, il movimento nazionale Vitambiente, presieduto dall'avvocato, Pietro Marino. Un sodalizio che, solo per citare la città capoluogo di Regione, ha messo su una organizzazione con il Comune e la protezione civile, come ad esempio nelle attività del Coc. Da Vitambiente, sono arrivate proposte concrete per superare questo difficile passaggio alla fase due, e come reagire alla imminente crisi economica. Una proposta organica in tal senso è da una settimana all’attenzione del presidente della Regione, Jole Santelli, e dell’intero consiglio regionale, presieduto da Mimmo Tallini.

Banner

Avvocato Marino, a che punto siamo con la conoscenza del Covid19?

“Un nuovo studio pubblicato su Science of The Total Environment ha esaminato le relazioni tra le concentrazioni di ossidi di azoto (NO2) nell’atmosfera e le morti causate dal contagio con il Covid-19, evidenziando che l’inquinamento dell’aria potrebbe essere un fattore decisivo per spiegare la diffusione dell’emergenza coronavirus. Si è ipotizzato che le polveri sottili, il Pm10 e soprattutto il Pm2,5 potessero contribuire al trasporto e alla diffusione del virus, ma non sono state riscontrate evidenze che supportassero quest’idea. La natura del legame tra smog ed epidemia appartiene a quella che gli statistici chiamano correlazione positiva. In altre parole, mentre cresce uno dei due fenomeni cresce anche il secondo, senza che però nessuno dei due possa essere indicato come causa dell’altro. In realtà, dal momento che il Covid-19 colpisce l’apparato respiratorio è probabile che abbia trovato terreno fertile in zone nelle quali i polmoni delle persone sono già messi a dura prova dall’inquinamento atmosferico. Senza contare che le aree più inquinate sono anche quelle più densamente popolate. E appunto la densità abitativa è uno degli elementi che gli epidemiologi prendono in considerazione nel valutare la possibilità che un virus si diffonda. Per inciso, le zone più densamente popolate sono anche quelle nelle quali ha più senso cominciare la posa di nuove infrastrutture telefoniche, come ad esempio il 5G.Un dato certo è che nel futuro per affrontare la fase di blocco dell’epidemia zero contagi (detta Fase 2), si prevede un cambiamento radicale delle attività sociali. La ripartenza economica e sociale prevede l’utilizzo di strumenti e di procedure di seguito descritte”.

Banner

Dalla sua esperienza sul campo, cosa propone operativamente per la Fase 2?

“Le fasi epidemiologiche del COVID 19 sono state suddivide dal Governo in tre step fase 1: contenimento e cura del contagio, fase 2 convivenza con il virus, fase 3 uscita dall’emergenza ritorno alla normalità. La fase 2 è ancora una fase di emergenza pertanto le attività dovranno partire in maniera graduale e sotto lo stretto controllo degli Organismi Nazionali e Regionali. La Regione in questo momento attraverso i vertici amministrativi, si assumerà per competenza Costituzionale, delle grossissime responsabilità in merito all’attuazione delle indicazioni previste dal Governo, in materia di prevenzione della Salute e conseguentemente, del monitoraggio delle attività socio economiche previste nella fase 2 Convivenza con il Virus. Il presidente dell’OMS organizzazione mondiale della sanità il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, sostiene che a livello mondiale solo il 2-3 % ha sviluppato gli anticorpi per poter evitare il contagio. Questo dato deve far riflettere su come bisogna avviare la fase 2 post contagio, e la fase 3 relativa alla normalizzazione dei rapporti sociali. Prioritario è l’impegno che la regione Calabria, dovrà reperire al più presto i vaccini antiinfluenzali per la stagione invernale 2020-2021. Il rischio come è accaduto a Singapore è il contagio di rientro, provocato da vari fattori, turismo, trasporti, mano d’opera in agricoltura e servizi. Per tali ragioni la Regione Calabria, dovrà fare uno sforzo, sia sotto il profili legislativo che organizzativo dei settori amministrativi, prevedere un sistema di gestione della Tutela della Salute Regionale che implichi attività economiche e produttive welfare”.

In concreto, ci illustri le modalità operative di questo piano?

“Resta primario il distanziamento sociale che è il punto di riferimento della task force governativa che dovrà redigere le linee di indirizzo che ogni regione dovrà applicare. L’applicazione rigida dell’impianto normativo nazionale sulla sicurezza dei luoghi di lavoro che preveda, un rafforzamento delle norme igieniche sia nelle aziende pubbliche che private è necessario che il Datore di Lavoro, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione, con il Medico Competente e con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, disponga misure rafforzative delle ordinarie norme di comportamento e corretta prassi igienica, sia a tutela dei lavoratori, sia degli utenti esterni (anche occasionali), da estendere anche ai possibili utenti esterni (visitatori, fornitori, trasportatori, lavoratori autonomi, imprese appaltatrici) E’ obbligatorio per la regione Calabria redigere delle linee operative che contengano le definizioni di Contatto stretto ad alto rischio di esposizione e la limitazione dei Contatti. Contatto stretto ad alto rischio di esposizione. Nel documento dovranno prevedere la definizione integrata di rischio esposizione cosi come previsto dalla European Centre for Disease Prevention and Control, Case definition for EU surveillance of COVID-19, 25 febbraio 2020, come di seguito riportato: una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19; una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (es. stretta di mano); una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (es. toccare a mani nude fazzoletti di carta usati); una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore di 15 minuti; una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (es. aula, sala riunioni, sala d’attesa, veicolo) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID-19 o personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei dispositivi di protezione individuale (DPI) raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei; una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave o abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo)".

Come affrontare il rischio di nuovi contagi?

“Oltre alla definizione di alto rischio bisogna prevedere la limitatezza delle occasioni di contatto sia nella vita sociale che lavorativa. La limitazione delle occasioni di contatto: contatti tra le persone, riducendo le occasioni di aggregazione devono essere programmate con misure, di precauzione ritenute appropriate, da adattare, qualora possibile anche dal punto di vista organizzativo ed economico, alle peculiarità della propria organizzazione. A tal proposito bisognerebbe prevedere di: promuovere favorire il massimo utilizzo delle modalità del lavoro a distanza (cosiddetto “lavoro agile” o “smart working”); adottare misure organizzative per favorire orari di ingresso/uscita scaglionati, al fine di limitare al massimo le occasioni di contatto nelle zone di ingresso/uscita; limitare al massimo gli spostamenti all’interno dei siti produttivi; di lavoro e di commercio limitare al massimo l’accesso ai visitatori; individuare procedure di ingresso, transito e uscita di fornitori esterni, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale aziendale; evitare l’organizzazione e la partecipazione a incontri collettivi in situazioni di affollamento in ambienti chiusi (es. congressi, convegni), privilegiando soluzioni di comunicazione a distanza; privilegiare, nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalità di collegamento da remoto, o in alternativa dare disposizioni di rispettare il “criterio di distanza droplet” (almeno 1 metro di separazione); regolamentare l’accesso a spazi comuni, spogliatoi, spazi destinati alla ristorazione (es. mense), allo svago o simili (es. aree relax, sala caffè, aree fumatori), limitando il numero di presenze contemporanee, il tempo di permanenza massima e dando in ogni caso disposizioni di rispettare il “criterio di distanza droplet” (almeno 1 metro di separazione); laddove presente un servizio di trasporto organizzato dall’azienda, dare disposizioni di rispettare il “criterio di distanza droplet” (almeno 1 metro di separazione); qualora, infine, non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di 1 metro come principale misura di contenimento, o non fossero possibili altre soluzioni organizzative, adottare strumenti di protezione individuale".

Presidente, come si può arginare l’imminente crisi economica?

“Per quanto concerne la ripresa delle attività economiche la regione dovrebbe: convocare un tavolo di lavoro costituito dal partenariato economico e sociale della regione, per condividere progetti e programmi di sostegno al sistema economico locale rafforzando, l’impegno della Giunta Regionale previsto nella delibera Riparti Calabria. La regione Calabria ha tramite la finanziaria FIN Calabra, attivato un fondo di rotazione per i professionisti le imprese, pare che il fondo sia costituito da fondi non spesi dalla passato governo regionale, e che le risorse saranno erogate direttamente tramite la compilazione di una domanda on line, nella richiesta è possibile prevede il sostegno ance con una somma a fondo perduto. A nostro avviso per far partire la Calabria, il sostegno dovrebbe prevedere degli incentivi a fondo perduto per le aziende del territorio e i liberi professionisti, una tantum per coprire almeno i costi fissi del fermo produttivo, è assolutamente inutile attingere a dei fondi in conto interessi quando il mercato produttivo, nazionale e internazionale e dei servizi, e in una fase di stallo. Bisogna sostenere le aziende che dovranno adeguarsi alla fase due, che prevederà sicuramente minore capacità produttiva e minore mano d’opera e impiegati in servizio. Prevedere un sostegno alle famiglie che hanno la casa in affitto, almeno la copertura dei costi, il sostegno dei lavoratori occasionali e i lavoratori a chiamata o turistici e della ristorazione che sono rimasti a casa. Tale piano condiviso dovrebbe sfociare in un progetto di legge regionale prevede una serie di misure finalizzate a fronteggiare l’impatto economico derivante dall’emergenza sanitaria da COVID-19. Le misure oltre a que tradurre in sostegno agli investimenti in quanto “volano” per la ripresa economica, indirizzati principalmente ai seguenti settori: investimenti sanitari, infrastrutture viabilità, sviluppo sostenibile , dissesto idrogeologico, dìgitalizzazione. La copertura dei fondi dovrebbe provenire degli impegni di bilancio già presi dalla regione e dal ricorso al POR, 2014/2020 (Piano Operativo Regionale) al PSR (Piano di Sviluppo Rurale) al PAC (Piano di Azione e Coesione). La strategia di investimento concordata all’interno dell’Accordo di Finanziamento (Funding Agreement) prevede il ricorso a risorse del FEI, (fondi europei per gli investimenti) BEI ( Banca Europea per gli Investimenti) e Cassa Depositi e Prestiti”.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner