'Fattore Omega'. Ferro: "Al Sud i ritardi nel pagamento delle bollette costano quattro volte di più. Gli enti rischiano il dissesto"

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Wanda Ferro
  31 luglio 2020 13:44

L'onorevole Wanda Ferro ha inviato al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze per l'abbattimento della sanzione  definita “Fattore Omega”,  sui ritardi di pagamento delle bollette dell’energia che al Sud sono le più elevate per le aziende con più di 50 dipendenti  ed i comuni, che, anche a causa di ciò, rischiano il dissesto.

"Premesso che - si legge sull'interrogazione - dalla città di Lamezia Terme è partita una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema delle sanzioni in materia di energia; le sanzioni sui ritardi di pagamento delle bollette dell’energia al Sud sono le più elevate per le aziende con più di 50 dipendenti (o fatturato superiore a 10 milioni annui) ed i comuni, che, anche a causa di ciò, rischiano il dissesto; al riguardo, è stata lanciata una petizione dall’attivista meridionalista Rosella Cerra che ne chiede l’abbattimento, poiché questa sanzione, definita “Fattore Omega”, avrebbe il valore più alto proprio in Calabria, pari a 51,86 euro per ogni MWh, seguita dalla Sicilia con 39,96 mentre in Veneto è il più basso con 12,36 €/MWh ed in Lombardia è di 13.89 €/MWh".

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"Secondo Cerra,- prosegue -  un Comune o una azienda calabrese si ritrovano a pagare un Fattore Omega circa 4 volte superiore a quello dovuto da un comune o un’azienda lombarda o veneta nella stessa condizione di morosità; tale situazione è paradossale se si considera che proprio la Calabria produce molta più energia di quella che consuma, inserendo l’eccesso nel circuito nazionale; il citato Fattore Omega ha valori più elevati nelle Regioni del Sud che storicamente hanno avuto minori risorse dallo Stato: il 34% della popolazione italiana che vive nel Sud ha ricevuto finora in media il 28% delle risorse; la “scarsa qualità creditizia”, spesso usata come pretesto per legittimare la disuguaglianza, sarebbe, quindi, da ricercare nella “scarsa” disponibilità di fondi di cui hanno sofferto negli ultimi anni gli enti e le imprese del Sud".

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"Stando ai dati forniti sia da Svimez che dall’Eurispes, - si legge ancora sull'interrogazione - nelle regioni meridionali sono mancati circa 840 miliardi di euro negli ultimi 17 anni, rispetto alle regioni del Nord Italia; se tali dati fossero veritieri, confermando una ripartizione iniqua dei fondi, è inevitabile che le regioni settentrionali siano più virtuose e con un Fattore Omega ai minimi valori; tale modalità di sanzionare in maniera differente, e quindi stabilire dei costi per la fornitura del servizio su base regionale, viola gli stessi principi definiti dalla Direttiva europea n. 54/2003, che ha, di fatto, ispirato e determinato l’attuale normativa nazionale, in particolare, la legge 3 agosto 2007 n. 125  «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia» e il D.Lgs. 9 novembre 2012, n. 192 in materia di «lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali», che però non ne hanno rispettato del tutto i principi".

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"Se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, accertata la veridicità e gravità degli stessi, - conclude -  quali urgenti provvedimenti di competenza intenda assumere in merito e se non ritenga necessaria una immediata revisione della citata normativa di settore, in ottemperanza alla Direttiva europea del 2003 n. 54, che obbliga gli Stati membri alla fornitura di energia elettrica a prezzi ragionevoli, anche al fine di garantire la non discriminazione, la solidarietà sociale, politica ed economica di cui agli articoli 2 e 120 della Costituzione".

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