FdI: "Dal Governo solo una pezza sul nodo boss"

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Wanda Ferro
  01 maggio 2020 20:21

"Con il nuovo decreto che contiene  ulteriori misure urgenti in materia di detenzione domiciliare e  permessi ai detenuti, il governo tenta di mettere una pezza al  disastro delle scarcerazioni dei boss mafiosi con il pretesto  del coronavirus, introducendo un macchinoso sistema di richieste pareri e di comunicazioni che sembra finalizzato piu' a  scaricare la responsabilita' delle decisioni che a rendere  chiaro ed effettivo un principio molto semplice: un capomafia  recluso al 41bis non puo' tornare a casa perche' c'e' il rischio  astratto che possa essere contagiato".

Cosi' il segretario,  Wanda Ferro, e i componenti FdI in Antimafia, Luca Ciriani e  Antonio Iannone.  "Non solo il governo non dice una parola sulla possibilita' di  adeguare il sistema penitenziario alla necessita' di garantire  in pieno la salute e la sicurezza dei detenuti quanto cerca di  deviare l'attenzione dalle proprie gravi responsabilita' per le  numerose scarcerazioni che si sono susseguite nelle scorse  settimane", concludono i parlamentare FdI.

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"Neanche durante la trattativa tra Stato  e mafia - osservano gli esponenti FdI - le cosche avrebbero
 puntato ad ottenere tanto, mentre decenni di lotta alla mafia sono stati mandati in fumo dal governo davanti ai primi focolai di rivolta nelle carceri, probabilmente fomentati proprio dalla criminalita' organizzata. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo da subito denunciato le gravi responsabilita' del ministro della giustizia Bonafede e del direttore del Dap, che abbiamo chiesto di ascoltare in Commissione antimafia, e non a caso oggi Basentini ha rassegnato le dimissioni".

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 "Se avesse voluto davvero porre un freno alle scarcerazioni - concludono Ferro, Ciriani e Iannone - avendo l'onesta' di
 ammettere i propri errori anziche' scaricare le responsabilita' sui magistrati di sorveglianza, il governo avrebbe dovuto
 semplicemente intervenire alla fonte e cancellare con un tratto di penna l'articolo 123 del decreto 'Cura Italia'. Una norma
 'svuota carceri' che, attraverso lo scioglimento del cumulo e a tempistiche che impediscono una effettiva attivita' istruttoria, ha inevitabilmente portato alla concessione del beneficio della detenzione domiciliare, in maniera pressoche' automatica e indiscriminata, anche ai mafiosi e a chi si e' macchiato di reati gravissimi".

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