"Da giorni assistiamo a comunicati roboanti finalizzati ad annunciare la firma della petizione online lanciata dalle opposizioni sul salario minimo, da parte di esponenti politici locali. Nonostante le falle della piattaforma, la quale consente di firmare più volte ed addirittura di farlo sotto mentite spoglie di Tex Willer o Elvis Presley, e ritenendo più che legittimo l’esercizio democratico attraverso una petizione, riteniamo che nel merito tale esercizio rischi di essere pregiudicato dal fatto che i promotori dello strumento hanno scarsa credibilità rispetto all’argomento del salario minimo e più in generale del lavoro. Comprendiamo che in politica sia tutto possibile ma a noi, come del resto all’intera opinione pubblica, non può sfuggire un particolare fondamentale. Il Partito Democratico è stato al governo la maggior parte delle volte negli ultimi dodici anni i 5 Stelle, compagni di opposizione, sono stati due volte al governo con l’ex avvocato del popolo Giuseppe Conte ed addirittura sono stati rappresentati da Luigi Di Maio in qualità di Ministro del Lavoro. Comprendiamo l’imbarazzo, comprendiamo la necessità politica di voler dare un colpo di spugna al passato ma ciò che il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle non possono pretendere è che lo stesso colpo di spugna al passato lo diano gli italiani. Altro aspetto che genera stupore è quello relativo al particolare fervore di alcune organizzazioni sindacali rispetto alla mobilitazione per perorare la causa del salario minimo. Organizzazioni le quali, essendo tra le firmatarie della stragrande maggioranza de contratti collettivi, sono perfettamente consce del fatto che l’introduzione di una retribuzione minima oraria potrebbe far scaturire un effetto boomerang causando potenzialmente un vero e proprio smottamento di un pilastro qual è la contrattazione collettiva che invece, a nostro parere, va incrementata e potenziata. E’ fuor di dubbio che in Italia esistano dei lavoratori e delle lavoratrici impegnati in alcuni settori dove la paga oraria non può assolutamente ritenersi adeguata e capace di far maturare un salario soddisfacente. Così come siamo perfettamente consapevoli occorra un impegno importante per creare lavoro di qualità contrastando quello irregolare ed assicurando maggiori controlli finalizzati a garantire il maggior numero possibile di lavoratori e lavoratrici. Il governo ha già dato un segnale importante riguardo il tema lavoro. Aprendo agli incentivi per le aziende che assumono ed iniziando a mettere in campo le politiche finalizzate a ridurre il cuneo fiscale valutando di rendere strutturale questa misura. Riteniamo utile e corretto che il Presidente del consiglio Giorgia Meloni nell’ascoltare le proposte delle opposizioni abbia voluto coinvolgere il Cnel che, come previsto dalla carta costituzionale, ha le competenze per fornire maggiori elementi di valutazione rispetto a determinazioni che in tema di lavoro il governo vorrà prendere per caratterizzare positivamente nei contenuti la prossima legge di bilancio. La tempistica di sessanta giorni che il governo si è dato è un lasso di tempo irrisorio rispetto a tutto il tempo che le opposizioni hanno trascorso ad occuparsi della gestione del potere anziché dei lavoratori. E’ dunque importante parlare chiaro alla nazione cercando di non generare confusione con una propaganda poco credibile che mette insieme salario minimo e proposte come il reddito universale che in alcuni dibattiti, a cui stiamo nostro malgrado assistendo, vengono finanche assimilati come se si trattasse dello stesso strumento. Tutto questo non trova altra giustificazione rispetto ad un atteggiamento da parte di chi mette in campo una politica di basso cabotaggio finalizzata a strumentalizzare il disagio e le difficoltà di tanti italiani. In questi anni abbiamo assistito all’attuazione delle politiche dei bonus, di un assistenzialismo privo di prospettive professionali. Un’eredità pesante viziata da una visione disorganica. Per fortuna, da quasi un anno, il governo di centro destra e Fratelli d’Italia hanno messo al centro dell’agenda politica il lavoro. Occorre recuperare salario e un deficit di produttività. Rispetto al recupero di quest’ultima siamo ben felici sia diventato di attualità il tema relativo alla partecipazione agli utili da parte dei lavoratori nelle aziende. Il tema della partecipazione è contemplato nell’art.46 della carta costituzionale ed oggi con il centro destra al governo torna attuale ma ciò che è importante è che potrebbe, se attuato, essere utile al lavoro ed alla nazione".
Pierpaolo Pisano Resp. Regionale Dip. Lavoro FDI
Danilo Romeo Resp. Provinciale Dip. Lavoro FDI
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