"Mettere subito gli ambulatori specialistici territoriali in condizione di riaprire e riprendere le loro attività di presa in carico di pazienti cronici e di attività diagnostica, anche attraverso un’adeguata dotazione di dispositivi di protezione individuale, la cui mancanza è spesso la causa dell’impossibilità di riaprire anche in quelle Regioni dove le linee guida sono già pronte.
Questo l’appello lanciato dalle società scientifiche e dalle organizzazioni di medici riunite nell’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che ha promosso la tavola rotonda virtuale “Il problema delle cronicità al tempo del COVID -19” nella quale medici e pazienti hanno presentato le proprie criticità al Vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri.
“Siamo preoccupati e, al tempo stesso, convinti che si può fare di più per la categoria dei senior e degli anziani”, riferisce a margine dell’incontro il presidente di FederAnziani Calabria, Maria Brunella Stancato.
"I malati cronici in tutta Italia non possono ancora accedere alle visite specialistiche – dichiara il Presidente Senior Italia FederAnziani Roberto Messina riassumendo i risultati dell’incontro – se non a macchia di leopardo, e spesso rinunciano persino a presentarsi in Pronto Soccorso anche di fronte a emergenze come l’infarto, per paura del Covid. Interventi chirurgici importanti come quelli per le patologie valvolari vengono rinviati con gravi rischi per la vita delle persone. Per questo è fondamentale accelerare la ripartenza".
Tra le proposte chiave dei medici c’è il rafforzamento del numero di specialisti negli ambulatori e la valorizzazione del lavoro multidisciplinare, e della telemedicina e del telemonitoraggio, della medicina personalizzata, la somministrazione delle terapie a domicilio, ove possibile, anche prevedendo, come accade in oncologia, la consegna dei farmaci a domicilio o nella farmacia di prossimità. “Occorre rafforzare il rapporto tra centri ospedalieri, poliambulatori specialistici territoriali e la medicina generale. Puntare cioè sull’integrazione e il ricongiungimento del dato tra medicina del territorio (medicina generale e specialistica ambulatoriale) e specialistica ospedaliera, attraverso una grande accelerazione sul fascicolo sanitario che dovrebbe essere impressa a livello centrale. Mantenere un canale aperto tra decisori e società scientifiche e sindacali in modo che collaborazione basata su evidenze scientifiche sia quanto più fattiva possibile. Sono 16 milioni in Italia i pazienti ipertesi che, a meno che non abbiano avuto un problema acuto, in questo periodo non sono stati visitati”, dicono da FederAnziani.
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