FenealUil Calabria: “L’economia calabrese e la sostenibilità del settore edilizio hanno bisogno di un nuovo piano di investimenti”.

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  22 gennaio 2020 10:39

“L’economia calabrese e la sostenibilità del settore edilizio hanno bisogno di un nuovo piano di investimenti sia pubblici che privati”. E’ quanto afferma la FenealUil Calabria in una nota con la quale si sottolinea come la Calabria appunto rimanga una delle regioni più illuse e maggiormente abbandonate dalla politica, “prova ne è la perdurante estromissione di questa regione dai piani del Mit, nonostante le promesse dei ministri di turno, sia per quanto concerne le politiche per rilancio dei cantieri che quelle riguardanti lo stanziamento dei fondi per la messa in sicurezza, ad esempio dei ponti stradali, nonostante le tantissime criticità presenti nella nostra regione”.

Per il sindacato la narrazione infrastrutturale sulla Calabria non può rimanere fossilizzata soltanto all’avvio del cantiere per la realizzazione del terzo macrolotto della Strada statale 106. “Se così fosse – si legge ancora nella nota - si tratterebbe di uno sviluppo incompleto, di un’opera infrastrutturale strategica certo ma che resterebbe monca e, quindi, incapace di assecondare tutte le richieste di mobilità dei calabresi”.

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“Qui come altrove occorre dare corso ad un piano di contrasto al dissesto idrogeologico, considerato che il 91,1% dei Comuni italiani ha almeno un’area a rischio per frana o alluvione, indirizzando gli interventi verso un’azione di cura del territorio strutturata e non emergenziale, anche attraverso il concreto sviluppo del programma “Proteggi Italia”.

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“Un piano da 10 miliardi di euro che però stenta a partire. 750 cantieri aperti per porre freno al dissesto di cui ben 354 ancora fermi. Fondamentale per la Federazione territoriale “è approntare un programma straordinario di interventi per la messa in sicurezza degli istituti scolastici, in particolare in Calabria, dove esiste il parco scuole più vecchio d’Italia, con una media di 42 anni per istituto e dove solo il 2% degli edifici è stato sottoposto a controlli. Sulle 2000 scuole a rischio presenti in Calabria, infatti, - fa sapere il sindacato - solo 700 sono stati riqualificati attraverso interventi mirati messi in atto dall’amministrazione regionale mentre 300 sono in fase di realizzazione. Ancora troppo poco per una regione in cui i numeri ci dicono che nelle strutture scolastiche studiano 280 mila giovani calabresi, operano 10 mila addetti e insegnano 32 mila docenti”.

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“Chiediamo - si legge infine nella nota - alla politica, anche in vista delle elezioni del prossimo 26 gennaio, più attenzione per il nostro settore, che resta un volano per lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro al fine di sostenere la ripartenza economica e produttiva di una terra segnata dalla crisi, dalla disoccupazione e da un’emorragia generazionale senza fine”.

 

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