“L’Azienda “Ferrovie della Calabria”, con una nota di marzo, ha preannunciato la disdetta dei contratti di secondo livello, per tutti i dipendenti, ad esclusione della classe dirigenziale, a partire dall’1° giugno 2024. Una decisione che determinerebbe delle perdite salariali per ogni singolo lavoratore, con l’aggravante che – a quanto risulta – sarebbe stata assunta in maniera unilaterale e senza contrattazione. La Regione, che dell’Azienda è socio unico, dovrebbe intervenire al più presto”. È quanto afferma la consigliera regionale del Partito democratico, Amalia Bruni, che martedì 7 maggio ha depositato una interrogazione avente ad oggetto la rimodulazione dei contratti di lavoro relativi alle Ferrovie della Calabria.
In merito alla disdetta dei contratti, la consigliera Bruni scrive nell’interrogazione: “La decisione, unilaterale e non soggetta a contrattazione, determinerebbe delle perdite salariali per ogni singolo lavoratore che certamente andranno a determinare riduzioni sullo stipendio e conseguentemente, un abbassamento della contribuzione INPS (che metterebbe a rischio anche una pensione dignitosa) nonché una riduzione relativa ai versamenti per il TFR. - tale comunicazione è stata notificata anche ai 678 dipendenti (Personale delle Ferrovie della Calabria Srl)”. Nella lettera del 1° marzo con cui viene preannunciata la decisione dell’Azienda “viene indicato che tale scelta è dettata da molteplici fattori, ivi comprese la necessità di far fronte alle spese derivanti dall’aver perso cause di lavoro, il mancato introito derivante dalla chiusura della tratta Soveria Mannelli-Catanzaro, per lavori di ammodernamento, e dalla esigenza di perseguire il PEF (Piano Economico Finanziario) Aziendale”.
“Le cause delle difficoltà emerse e indicate nella lettera richiamata in premessa da FdC, non sono attualmente identificate e pertanto “potrebbero essere attribuibili ad una mancata oculata gestione aziendale” – si legge ancora nell’interrogazione -. La disdetta dei contratti di secondo livello sarà fatta valere esclusivamente sui lavoratori (macchinisti, autisti, amministrativi, capitreno, ecc.), ma non sulla dirigenza. L’azienda si trova in una condizione di difficoltà e che non ci si può rivalere esclusivamente sui lavoratori/addetti/operatori con dei parametri e dei livelli più bassi (ad esempio l’ultimo contratto dirigenziale risale al maggio 2023 per 5 anni-Personale – Ferrovie della Calabria Srl)”.
Secondo la consigliera Bruni: “Vi è da chiarire, innanzitutto la linea tenuta dall’Azienda relativamente alla decisione, unilaterale e non certamente condivisa dai lavoratori e dai sindacati, di disdire i contratti, e anche la scelta di non intervenire sull’Accordo Area Quadri.
“Nella lettera non viene indicata l’eventuale ipotesi di limitare/rimodulare l’assegnazione di servizi/consulenze esterne anche ipotizzando che alcuni servizi possono essere gestiti internamente – scrive ancora Bruni - per la classe dirigenziale – individuata con contratti esterni - vengono mantenute le retribuzioni determinate dai singoli contratti (Personale – Ferrovie della Calabria Srl). Tutto ciò premesso e considerato”.
Per questi motivi, la consigliera Bruni nell’interrogazione indirizzata al presidente della Giunta regionale chiede: “Se è a conoscenza della grave determinazione dell'Amministratore Unico delle FdC, considerato che la Regione Calabria è socio unico”.
Oltre che: “Quali provvedimenti intende prendere sulla decisione dell'Amministratore Unico delle FdC, che una volta attuata causerebbe gravi conseguenze in ambito socio-economico e di disparità di trattamento sul posto di lavoro”.
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