Ferroviere morto di tumore, condannati Inail e Rfi: "Malattia provocata dall'amianto"

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Il presidente dell'Osservatorio nazionale amianto, Ezio Bonanni

Riconosciuto un risarcimento agli eredi di circa 60 mila euro a carico dell’Inail, cui si sono aggiunti anche i risarcimenti a carico di RFI, per circa 40 mila euro euro. I familiari assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni (ONA), consulente tecnico scientifico di parte, l'oncologo catanzarese Pasquale Montilla

  11 giugno 2022 10:32

di TERESA ALOI

In primo grado le richieste erano state rigettate e il Tribunale di Messina non gli aveva dato ragione. Una sentenza, ribaltata dalla Corte d’appello  che ha certificato la correlazione tra la presenza di amianto a bordo dei traghetti di Ferrovie dello Stato e le malattie comparse al personale che lavorava sulle navi, riconoscendo al messinese Antonino Ruello, deceduto nel 2017, ufficiale e poi direttore di macchina su traghetti e sulle unità navali delle Fs per il trasporto passeggeri e merci che hanno fatto la spola tra Reggio Calabria e Messina, la malattia professionale.

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Ruello è stato esposto ad amianto per 31 anni senza prevenzione e protezione colpito da  2 tumori nel 2007 all’età di 63 anni, e  deceduto a 73 anni dopo aver contratto anche il tumore del colon, lasciando moglie e due figlie, Carmen e Raffaella. In primo grado i giudici avevano rigettato le richieste  ma i familiari assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente  dell’Osservatorio nazionale amianto, hanno impugnato la sentenza del Tribunale di Messina. Consulente tecnico scientifico di parte, l'oncologo catanzarese Pasquale Montilla. 

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L'oncologo catanzarese, Pasquale Montilla

 E così, la Corte d’appello di Messina ha disposto un nuovo accertamento medico legale che ha dimostrato come le fibre di amianto e gli altri cancerogeni presenti nelle navi delle Ferrovie dello Stato hanno provocato il tumore uroteliale e quello alla vescica, ed è per questo che è stato riconosciuto un risarcimento agli eredi di circa 60 mila euro a carico dell’Inail, cui si sono aggiunti anche i risarcimenti a carico di RFI, per circa 40 mila euro euro. La causa proseguirà per vedere riconosciuto il tumore del colon alla base della morte del ferroviere, sempre per l’esposizione alla fibra killer.

"Quella dell’amianto nelle FS - spiega in un comunicato l'Osservatorio Nazionale Amianto -  è ormai una vera emergenza, tanto è vero che sono stati segnalati 696 casi di mesotelioma (come da VII rapporto ReNaM – fino al 2018), quindi con una epidemia ben più estesa, tenendo conto che sono asbesto correlati anche il tumore del polmone, della laringe, della faringe, degli altri organi respiratori, oltre a quelli gastrici. Come è emerso dalle testimonianze durante il processo di primo grado nelle Ferrovie dello Stato, e quindi anche nei traghetti, ci sono state anche altre fonti di esposizione, tra le quali i gas di scarico, di combustibili, olii esausti, lubrificanti e solventi, campi elettromagnetici e pitture. L’ONA è da sempre in prima linea per la tutela delle vittime dell’amianto in FS – spiega Bonanni - ricordo, infatti, che già nel 2014 abbiamo ottenuto una importante sentenza della Corte di Appello di Roma che, come in questo caso, ha ribaltato gli esiti negativi del primo grado, e che fu confermata poi in Cassazione con un risarcimento che per l’epoca era record (circa 800.000,00 euro)La nostra azione ora proseguirà con la richiesta di bonifica e messa in sicurezza”.

 

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