Festa 25 aprile, la riflessione di Sabatino Nicola Ventura

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Sabatino Nicola Ventura
  25 aprile 2023 09:08

E’ vero, il 25 aprile è una festa di parte. E’, infatti, il giorno simbolo dell’antifascismo italiano: chi non è antifascista non potrà festeggiare il 25 aprile. E’ il giorno che ci invita, ogni anno, a fare sintesi del percorso democratico, per riaffermare e rilanciare i grandi valori dell’antifascismo.

Da molti anni, per prima lo fece il fascista Giorgio Almirante da parlamentare e Segretario Nazionale del Movimento Sociale Italiano, partito costituito da fascisti provenienti soprattutto dalla Repubblica Sociale Italiana, e in questi mesi, con continuità e con invadenza, le forze politiche oggi al governo, che con accentuazioni diverse, propongono la pacificazione nazionale: non mi risulta sia in corso in Italia una guerra civile e pertanto la necessità di una pacificazione. In sostanza allora cosa chiedono i proponenti? Che si superi, questo è il nocciolo, la nostra democrazia fondata sull’antifascismo. E che si arrivi a un profondo revisionismo storico, tanto da pretendere che tutti insiemi gli italiani mettano una pietra sopra per affermare, dico parafrasando un detto napoletano: chi avuto, avuto, avuto chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammucce u passato simme italiani paisà. Per stabilire, anche con qualche concessione di distinguo a favore degli antifascisti, che i partigiani e i fascisti repubblichini tutto sommato si sono macchiati entrambi di errori, riducendo a questi aspetti la vicenda storica fascista. Proposta, ovviamente, inaccettabile sotto ogni profilo, e soprattutto perché bugiarda nelle motivazioni.

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La destra, in particolare Fratelli d’Italia, propone con la richiesta di pacificazione di superare e cancellare la forza della nostra democrazia, che è tutta sull’antifascismo.

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No! La nostra Costituzione è stata scritta con il sangue di tante migliaia di antifascisti, che dalla nascita del fascismo e per oltre vent’anni, patirono ogni angheria sino alle torture e alla morte.

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L’antifascismo della nostra democrazia sta nelle affermazioni di principi che riguardano i diritti fondamentali di ogni persona, che dovranno essere sempre e comunque garantiti.  Ma è anche nel riscatto della democrazia parlamentare e degli istituti democratici, soppressi dal fascismo, e nei contrappesi stabiliti per evitare dittature: un uomo solo al comando, e via dicendo.

Vado a qualche riferimento storico che riguarda il 25 aprile, che ritengo, potrà essere utile alla comprensione soprattutto dei giovani.

Sandro Pertini, partigiano socialista, parlamentare, e negli anni ‘78/’85 Presidente della Repubblica, fu brutalmente perseguitato dal fascismo, è stato uno dei protagonisti nella guerra di liberazione dal nazifascismo. Nel ruolo di dirigente nazionale del Comitato di Liberazione, il 25 aprile 1945 proclamava lo sciopero generale a Milano: “Cittadini, lavoratori! Sciopero Generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma arrendersi o morire”. 

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) presieduto da Alfredo Pizzoni, ex iscritto al Partito Nazionale Fascista, indipendente, Luigi Longo, comunista, Emilio Sereni, comunista, Sandro Pertini, socialista, Leo Valiani, Partito Radicale Transnazionale non violento. (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, socialista, Giustino Arpesani, Gruppo Nazionale Liberale e Achille Marazza, Democrazia Cristiana) proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori occupati dai nazifascisti, e dispose di  attaccare i presidi fascisti e tedeschi e d’imporre la resa.

Il CLNAI emanò alcuni decreti, uno relativo all’assunzione di poteri da parte dello stesso – un altro relativo all’amministrazione della giustizia, che all’art. 5 stabiliva la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti: “ I membri del Governo Fascista e i gerarchi del fascismo colpevoli di avere contribuito alla soppressione delle garanzie costituzionali, di avere distrutto le libertà popolari, creato il regime fascista, compromesso e tradito le sorti del Paese, e di averlo condotto all’attuale catastrofe, sono puniti con la pena di morte e, nei casi meno gravi, con l’ergastolo” A. Saitta.

Come si può costatare anche nel CLNAI i dirigenti partigiani rappresentano il pluralismo politico dell’antifascismo. L’antifascismo e la guerra di liberazione non furono solo scelte politiche e morali della sinistra. 

Alla pena di morte per i fascisti, minacciata dal CNLAI, è necessario e giusto ricordare che con grande coraggio umano e lungimiranza politica, da tanti italiani allora non condivisi, gli antifascisti realizzarono invece nel 1946, quando è stata “necessaria”, la concordia nazionale.

Da subito dopo il crollo del fascismo, gli antifascisti e per prima il comunista Palmiro Togliatti, allora Ministro di Grazia e Giustizia, realizzarono, nel massimo della chiarezza, la pacificazione nazionale: il Governo di Alcide De Gasperi, su proposta di Palmiro Togliatti, con decreto presidenziale n° 4 del 22 giugno 1946, amnistiò, portando alla liberazione migliaia di criminali fascisti. Fu un provvedimento  di clemenza, ritenuto opportuno per “un rapido avviamento del Paese a condizioni di pace politica e sociale”.

Quale altro atto di pacificazione, peraltro a settantasette anni da quel 25 aprile, è oggi necessario? La proposta riguarda in verità, purtroppo, la volontà di porre, in qualche modo, sullo stesso livello chi ha lottato contro il fascismo e chi ha vergognosamente sostenuto l’infame regime di Mussolini e i nazisti. 

Il 25 aprile 1945 è e dovrà restare la data simbolo della vittoria degli antifascisti e dell’Italia tutta sull’oscurantismo e la brutalità fatta stato dal fascismo.

Da quel giorno, infatti,  si avviò l’Italia nuova e democratica che trovò soddisfazione nei grandi valori della Costituzione.

 

Il partito Fratelli d’Italia è impegnato da sempre a distruggere l’essenza del 25 aprile, e lo fa tentando di relegare la lotta di Liberazione, il secondo Risorgimento italiano, a una guerra che ha riguardato la sinistra, soprattutto i comunisti, e i fascisti; ciò nobiliterebbe di più il ruolo della sinistra italiana, Ma è un’affermazione totalmente bugiarda. La lotta al fascismo, avviata sin dalla nascita del nefasto movimento, è stata condotta con immani sacrifici da tutte le forze politiche e sociali antifasciste.

La resistenza, in fine,  fu un movimento di popolo contro il fascismo e il nazismo.

Basta prendere cognizioni di quanti antifascisti: comunisti, democristiani, socialisti, liberali, monarchici, azionisti, repubblicani, e via dicendo, furono in prima linea per combattere il nazifascismo.

 La ricorrenza del 25 aprile fu voluta da tutte le forze costituzionali; nasce formalmente, se pure provvisoriamente, con Decreto Legislativo Luogo Tenenziale del 22 aprile 1946 n° 185 firmato: Umberto di Savoia principe di Piemonte – Luogotenente Generale del Regno (non credo che il re fosse persona di sinistra).

Art. 1 

A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.

Ancora.

Su proposta del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 aprile 1947 n° 208 Promulga

Art. 1

A celebrazione del secondo anniversario della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1947 dichiarato festa nazionale.

Firmato

Enrico De Nicola Capo dello Stato (Liberale); Alcide De Gasperi Presidente del Consiglio dei Ministri (Democristiano); e dal calabrese Fausto Gullo Ministro di Grazia e Giustizia (comunista).

Ancora

Decreto legge del 20 aprile 1948 n° 322 a firma Enrico De Nicola, Liberale, Presidente della Repubblica; Alcide De Gasperi, Democristiano e dal guardasigilli Giuseppe Grassi (liberale).

Art. 1

A celebrazione del terzo anniversario della totale liberazione del territorio nazionale il 25 aprile 1948 è dichiarato festa nazionale.

Nel 1949 fu istituzionalizzata stabilmente la ricorrenza del 25 aprile, insieme alla ricorrenza del 2 giugno giorno della Repubblica, quali feste nazionali.

 

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