Festa Democratica a Vibo, Orlando: "Basta parlare di Ponte Stretto, è ora di 5G"

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Andrea Orlando

Il vice segretario del Pd è intervenuto in videoconferenza

  27 giugno 2020 14:29

"Nel mezzogiorno dobbiamo parlare di Rete e di assunzione dei giovani nella pubblica amministrazione. Basta parlare del Ponte sullo Stretto, perché prima che si realizzi passerà troppo tempo e noi non ci saremo più, ma la Rete con il 5G verrà attivata nei prossimi due anni, e l'essere connessi o meno farà la differenza. In tre mesi potremo fare i collegamenti internet, e questo creerà competizione per le imprese del Sud con quelle del Nord. Ci sono ragazzi iper-qualificati che potrebbero essere assunti nella pubblica amministrazione".

Lo ha detto il vice segretario del Pd Andrea Orlando intervenendo in videoconferenza alla Festa Democratica provinciale di Vibo Valentia.

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  "Il nostro compito è confrontarci con le realtà territoriali. Il rischio è di essere sconfitti per la nostra precedente vittoria. Questo perché siamo usciti bene con la trattativa con l'Europa. All'inizio erano state date risposte inquietanti, e dopo l'UE ha dato risposte all'altezza" ha aggiunto.  "Nel Ricovery Found vengono dati tre temi di base: innovazione tecnologica, green e social (lotta alle disuguaglianze). Sono filoni mutuati dall'obiettivo del millennio dell'Onu, il massimo della cultura progressista. Poi c'è il Mes, che è l'occasione di riqualificare il nostro sistema sanitario. Abbiamo strumenti che vanno oltre le nostre aspettative e corrispondono ai nostri obiettivi. I giocatori della partita, e Stato e imprese sono quelli principali, rischiano di non essere adeguati e allenati. Se la partita si apre oltre l'autunno è un problema. Dobbiamo discutere di come lo Stato ci deve essere. Anche i liberisti parlano di intervento pubblico ma loro vogliono soldi per aiutare le imprese. Se i soldi pubblici non verranno utilizzati in modo corretto ne usciremo peggio perché creeremo debito".   

"Abbiamo uno Stato che non sa spendere, che per 25 anni ha tagliato. Non sa fare spesa. Le Regioni hanno utilizzato male i fondi. Ora la spesa viene riaccentrata ma lo Stato non ha strumenti attraverso i quali fare politiche pubbliche nel lungo periodo. E' ancora dentro alcune grandi imprese, come Enel, Eni e le Poste. Lo Stato c'è ma in molti casi è come se non ci fosse. In Italia non c'è storia della funzione strategica sulle partecipate. Non abbiamo un cervello per gestire questi processi. C'è il problema della pubblica amministrazione. C'è un'età media molto alta, e capacità di utilizzare l'innovazione molto bassa, e siamo il Paese in cui si parla meno l'inglese nella pubblica amministrazione. Il terzo problema riguarda una filiera istituzionale che non è in grado di gestire al meglio situazioni come il Covid" ha aggiunto il  vice segretario del Pd.  

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 "La salute non è più un problema di welfare, ma anche di sicurezza nazionale e competitività. Il lockdown è un problema sanitario ma anche economico. Le sanità che reagiscono meglio danno più competitività. La nostra gestione della sanità è affidata alle Regioni, e questo è un problema. I tre obiettivi fissati dall'UE potrebbero essere gestiti male a livello istituzionale. I presidenti di Regione, dopo il protagonismo di questi mesi, sarà difficile riportarli ad una visione unitaria". ha aggiunto Andrea Orlando.

E ancora. "L'Europa non è più l'obiettivo della discussione della Destra e questo significa che ci siamo comportati bene durante il confronto con l'Unione Europea. Bisogna seguire due filoni: lotta alle disuguaglianze (è stato ottimo il reddito d'emergenza durante il Covid), supporto alle piccole e medie imprese. Dobbiamo orientare le risorse su questi filoni. L'altro fronte aperto è quello sociale. C'è un pezzo di economia ancora legato ai fossili e che non vede bene la condizione per l'erogazione dei sussidi. L'obiettivo social delle politiche industriali è contrastato da questi settori. Siamo in parte fuori dall'elettrico perché la Fiat tempo fa decise di non farlo, e perciò siamo più indietro rispetto ad altri".

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