Nota della consigliera comunale, Igea Caviano
Si dice che la bellezza sia negli occhi di chi guarda. Ma negli occhi di chi guarda si possono trovare anche la gioia di stare insieme e fare comunità. È stato difficile non emozionarsi di fronte ai tanti bambini, ai giovani, alle famiglie, che ieri hanno popolato la spiaggia di località Giovino nel primo dei due giorni di Festival degli Aquiloni. Una manifestazione organizzata per fare, appunto, comunità. Quella comunità che, declinata in tutte le sue forme possibili, festa compresa, è il migliore antidoto al disagio e ai problemi che possono derivarne.
Ci ha visto giusto l’assessore Belcaro, quando tre anni fa, insieme con il sindaco Fiorita, ha voluto portare il festival a Catanzaro, intuendo che non solo la città avrebbe ammirato uno spettacolo che non si era mai visto in precedenza ma che sarebbe stato anche un momento di straordinaria comunione tra grandi e piccini. Niente di sconvolgente, ma di sicuro funzionale a ritrovare unità sociale nella condivisione, che è quello di cui la nostra città ha realmente bisogno per guardare con serenità all’oggi come al futuro. Non è un caso se, nell’ambito della necessaria collaborazione tra Istituzioni locali e nazionali sui temi del disagio sociale e della marginalità, queste ultime abbiano condiviso l’idea del festival ritenendo legittimo l’uso delle risorse statali per la sua realizzazione.
Ecco perché oggi appaiono del tutto irricevibili e infondate le critiche di chi, come la “Lega Salvini Premier”, definisce il festival una “festicciola organizzata dalla giunta Fiorita”, una “frivolezza”. Servirebbe un po’ di sano pudore politico, prima di avventurarsi in certe affermazioni giustamente stigmatizzate dalla maggioranza dei cittadini. Chi strumentalizza un momento palesemente apprezzato ai diversi livelli istituzionali, partecipato dalla gente, condiviso e inclusivo, non fa il bene della città. Dimostra solo di volere egoisticamente il vuoto, di sposare quel “tanto peggio, tanto meglio” che speravamo archiviato per sempre ma che a Catanzaro, evidentemente, per qualcuno così ancora noln è.
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