Festival d'Autunno, a Tropea arriva Gianmarco Carroccia: "Della musica di oggi non c'è memoria"

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images Festival d'Autunno, a Tropea arriva Gianmarco Carroccia: "Della musica di oggi non c'è memoria"
Gianmarco Carroccia
  02 settembre 2022 11:10

di FILIPPO COPPOLETTA

Per il secondo appuntamento del "Festival d'Autunno", la kermesse firmata da Antonietta Santacroce, un importante appuntamento avrà luogo questa domenica, 4 settembre, alle ore 21, nell'incantevole location del Porto Blu Carpet del Marina Yacht Club di Tropea. Un connubio vincente tra la nostalgia di un tempo passato e la straordinaria bellezza della musica che il tempo pare averlo fermato, una sonorità sempre viva, sempre attuale e intramontabile che caratterizza e arricchisce le bellezze del nostro Paese. Tutto questo in una serata emozionante che vedrà protagonista il cantautore Gianmarco Carroccia con lo spettacolo ‘Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti’. L'ex allievo del grande Mogol, rievocherà in uno dei borghi più belli d'Italia, le melodie senza tempo di Lucio Battisti, in uno spettacolo che sta riscuotendo enorme successo. Lo abbiamo sentito in attesa del suo arrivo in Calabria. 

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La sua passione per la musica nasce sin da giovanissimo. Ma quando è sbocciata la sua ammirazione e la voglia di mantenere sempre vivo il ricordo di Lucio Battisti?
«Ho iniziato ad ascoltare musica all’età di 4 anni con cantautori come Cocciante, Celentano, Zucchero, per poi arrivare, qualche anno dopo, ad ascoltare Battisti e in seguito tutto il panorama della musica italiana. Canto Battisti da quando avevo 17 anni, poi, ad un certo punto, ho deciso di fermarmi perché, paradossalmente, non amo tanto le tribut-band o le cover. Col tempo mi sono così posto il problema di dare uno spessore culturale e considerevole alle mie performance, riuscendo ad ottenerlo dopo aver frequentato la rinomata Scuola di Mogol, il Centro Europeo di Toscolano. Al termine di questa esperienza ebbi l'idea di proporre al Maestro la realizzazione di uno spettacolo insieme, una storta di concerto-racconto dove si ripercorreva la storia di questo sodalizio straordinario tra lui e Battisti. Questo progetto ci ha permesso di salire sui palcoscenici più belli d’Italia». 

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Lei può vantare di essere stato tra gli allievi di spicco del maestro Mogol, in che modo l’ha aiutata nella sua carriera artistica?
«Da lui ho appreso tanto in due momenti: prima e dopo averlo conosciuto. Prima, indirettamente, dai suoi dischi per quanto attiene all’aspetto musicale, dopo, lavorando a stretto contatto con lui, ho invece appreso tanto sotto l’aspetto umano. È riuscito a trasmettermi delle cose che non sarei riuscito ad acquisire nemmeno in una vita. È una persona che ha tanto da comunicare e da trasmettere. Qualche giorno fa riflettevo, infatti, di quanto sia stato fortunato ad incrociarlo nel mio cammino e a lavorare tanti anni con lui. Abbiamo anche iniziato a scrivere delle nostre canzoni che stanno riscuotendo un ottimo successo. Un nostro lato inedito che sicuramente andrà avanti con l’uscita di un nuovo singolo in autunno e la realizzazione di un album in brevissimo tempo». 

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Sul palco di Tropea sappiamo che non si esibirà con soli brani del duo Mogol-Battisti ma anche con alcuni suoi brani tratti dal prossimo album…
«Faremo anche un paio di brani inediti. Tra questi ci sarà certamente “Un vero amore”, che abbiamo scritto insieme, e un altro brano del quale ho scritto sia testo che musica». 

Portando avanti la musica, i testi, i messaggi di grandi della musica come Celentano, Battisti, Cocciante, lo stesso Mogol, oggi come valuta l’evoluzione della musica?
«Premesso che non ami giudicare i colleghi poiché ritengo che dietro ad ogni canzone ci siano sempre sentimenti, mi sento di dire che, a differenza del passato, ciò che la discografia oggi propone è una musica rivolta ai giovanissimi che spesso si rivela un fuoco di paglia. Di questa, spesso, rimane ben poco nella memoria. Un tempo, con i grandi cantautori, c’era una musica rivolta ai più giovani ma anche ai loro genitori, interessava un fascia d’età molto più ampia e ne è la dimostrazione il fatto che anche dopo 50 anni cantiamo ancora queste canzoni».

Qual è il suo rapporto con la Calabria?
«Un rapporto straordinario. Sono felicissimo di tornare in Calabria. In questi ultimi tre anni devo dire che si è creato un legame sempre più forte. Quando venni contattato dalla direzione del Festival d'Autunno, non ho avuto alcuna esitazione alla proposta di esibirmi a Tropea che considero uno dei posti più belli non dell’Italia ma del mondo. Una location straordinaria che ho avuto più volte il piacere di visitare come turista. Sapere di fare un concerto lì mi riempie particolarmente di gioia». 

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