Nel ventennale del Festival d’autunno non può mancare una mostra che ricordi le tappe di ogni singola edizione che ha portato questa kermesse fino all'edizione del 2023. L’esposizione, proprio per questo, però, sarà una vera festa, per di più itinerante che coinvolgerà tutto il centro storico di Catanzaro, da sempre location d’elezione delle attività culturali e spettacolistiche del festival.
La mostra si articolerà in una serie di tappe che avranno inizio alle ore 18 dal Complesso monumentale San Giovanni per arrivare al Teatro Politeama. Ma c’è di più: il percorso sarà accompagnato in tutto il suo tragitto dalla divertente Ottopiù Street Band. La formazione, nata da un’idea di Ciro Vincenzo D’Alò, è composta da strumenti a fiato e percussioni tipici della tradizione bandistica del sud Italia. L’obiettivo è di portare in strada musica allegra e vivace in grado di coinvolgere ed allietare il pubblico proponendo un repertorio vastissimo, da quello balcanico al funk, dal samba alla musica orientale, all’improvvisazione. I protagonisti della festa sono gli inconsci spettatori che da uditori vengono attivamente coinvolti nelle performance esplosive della band: giochi di suoni, balli, coreografie originali, animazione musicale sono solo una piccola parte del nostro grande spettacolo realizzato in strade, vicoli e piazze per coinvolgere tutta la città di Catanzaro.
Domenica 17 settembre alle ore 21 presso il Chiostro del San Giovanni di Catanzaro, la compagnia Ocram Dance Movement presenta uno spettacolo appositamente pensato per il Festival d’autunno: A-Mors, un trittico formato da tre quadri: “Amuninni”, “Africa” e “Artificio”, tre modi diversi di amare e amarsi. Infedele, spietato e ingenuo il sentimento del primo quadro, che si avvale del testo di Umberto Galimberti per descrivere l’amore come forma di possesso che arresta la nostra crescita. Spirituale e sacro il legame che avvolge gli interpreti della seconda creazione, un rituale fatto di gesti e simboli che seducono e ammaliano. Fisico, adolescenziale ed esplosivo il terzo quadro che si serve della metafora dei fuochi d’artificio per descrivere la fasi di un amore vissuto e compiuto. La ricerca dell’amore è eccitante, la sua perdita è estenuante, ma è nell’amore vissuto e consumato che dimora il godimento umano, il resto è un contorno che arricchisce o depaupera. A-mors, sottolinea l’intensità senza fine di questo sentimento che implica un legame eterno, che dura nel tempo e che proprio per questo affascina tutti.
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