Festival d'Autunno, quando il teatro è contaminazione: a tu per tu con Carlos Branca, regista di "Attra_verso l'Universo"

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images Festival d'Autunno, quando il teatro è contaminazione: a tu per tu con Carlos Branca, regista di "Attra_verso l'Universo"
Carlos Branca al Politeama alcuni anni fa

Il regista, nato in Argentina ma di origini calabresi, ci racconta in anteprima lo spettacolo che debutterà in prima nazionale sabato al Politeama

  14 ottobre 2022 08:01

di ANNA TRAPASSO

"E' sempre così bello tornare a casa!": la voce di Carlos Branca, appena risponde al telefono, è una ventata di energia e buon umore.

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Argentino, regista, attore e maestro di teatro, Carlos Branca parla di un "ritorno a casa" - sabato, al Politeama, per Festival d'Autunno - perchè le sue origini sono neanche a farlo apposta calabresi. Branca è originario di Acri, comune montano del cosentino, 800 metri sul mare. I suoi fratelli sono nati tutti qui, mentre lui è l'unico ad essere nato in Argentina. Ma appena ha potuto è tornato a vivere in Italia, seppur mantenendo sempre vivo il legame con l'Argentina e con la terra dei genitori, "Nel nome delle mie radici -dice- E' da lì che dobbiamo partire per capire dove vogliamo andare". 

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Al Politeama c'è già stato otto anni fa, nel 2014, con "El respiro del tango", con Michele Placido (voce) e Luis Bacalov, il suo maestro, al piano. Sempre per Festival d'Autunno. In quell'occasione è nato il rapporto con il Festival che lo riporta oggi in città alla regìa di "Attra_verso l'universo", uno spettacolo che nasce da un'idea della direttrice di Festival d'Autunno, Antonietta Santacroce, e che sarà portato in scena da Luca Ward. 

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"Attra_verso l'universo" affronta il tema del viaggio. Il viaggio di un possibile Ulisse, che racconta attraverso musica, versi poetici e passi di danza alcuni momenti nodali della nostra storia, quella più datata e quella contemporanea.  

"Per viaggio ho inteso quello del migrante, quello di Ulisse, ma anche quello nella morte, nell'amore", spiega Branca. "Con questo spettacolo ho affrontato un viaggio nella contaminazione tra generi. Mi piace molto contaminare, che di prassi non è una bella parola, ma nel campo dell'arte lo è. Contaminare, a partire dai cinque musicisti in scena, che ci faranno ascoltare musica classica, jazz, eccentrica, cantata. E dai ballerini, che si esibiranno sulla musica ma anche sulle parole e sui silenzi che caratterizzano lo spettacolo". 

"Questi ultimi - continua Branca - sono stati anni molto brutti, in cui si è fermato il lavoro e se non sei in grado di inventare subito qualcosa la testa esplode, al di là di vedere come vivere, che non è mai stato un problema, poiché vengo da un paese con tante difficoltà economiche e sono abituato da sempre alla crisi. E' stato un periodo duro ma mi sono salvato lavorando ai 100 anni di Astor Piazzolla, per cui ho preparato due spettacoli che ora sono in tournee, uno col Balletto di Roma, ed un'opera, "Maria de Buenos Aires", in prima nazionale al Ravenna Festival".

"In questi anni difficili -racconta- ho esplorato un metodo di lavoro finora mai pensato, tramite pc e videocamera. Mi sono dedicato molto alla pedagogia, ho riunito dietro un monitor tanti registi argentini ed altri italiani, come Emma Dante che per me è la migliore, ho fatto incontrare attori e registi nei seminari online, così da confrontare due realtà diverse però simili. Contaminazioni, appunto. Perchè contaminare è il mio lavoro". 

Come è stato lavorare con Luca Ward, attesissimo a Catanzaro?

"Con Luca Ward è la prima volta, ma è stata una grandissima collaborazione perchè è un attore molto moderno a mio avviso, uno che sa narrare molto bene, ma non possiede soltanto la bellezza di saper dire bene le parole: sa utilizzare le parole al servizio della narrazione, in quello che è uno spettacolo con una narrazione letteraria, musicale e visiva importante. Luca è la persona giusta per il testo scritto dalla mia compagna, Rosanna Pavarini, la più intelligente della coppia", ironizza. 

Un ritorno, però, va fatto proprio su Bacalov. Come omaggerà il suo maestro in questo spettacolo?  

"Ho lavorato 15 anni con lui, è stato veramente il mio maestro, mi manca molto, argentino di nascita come me, ha vissuto 50 anni in Italia fino al 2015, anno della sua scomparsa. Al di là del suo repertorio comprensivo di tutta la musica leggera italiana, ha scritto e suonato tanghi, colonne sonore da film straordinarie. Mi manca molto più che come artista, come maestro e come amico, fratello. E' lui che mi ha insegnato a non aver paura  della contaminazione, a dedicarmi a tante cose, ricordo sempre un aneddoto: quando qualcuno gli chiedeva della musica leggera, lui usava rispondere "perchè, tutta l'altra musica è pesante?". Ecco perchè in ogni mio spettacolo inserisco sempre un omaggio a lui, al Postino, ed anche in questo spettacolo sarà così. 

A parte quella di Bacalov, ci sarà la musica di Piazzolla, ma anche quella di Lucio Dalla e Fossati, Cavalleria rusticana, Haendel". Ma anche suoni inusitati, provenienti dallo spazio. Ecco perchè è uno spettacolo che "attraversa" l'Universo. 

"Dopo la prima nazionale di sabato, se Dio vuole, porteremo il nome di Catanzaro in giro per l'Italia", dice in chiusura Branca, affidandosi al giudizio del pubblico del Politeama. Sarebbe davvero una cosa grande e bella, in effetti. Ma, intanto, godiamoci il viaggio. 

Tutte le info su www.festivaldautunno.com/luca-ward/ .

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