Feto morto a Vibo Valentia, anche il Codacons presenta un esposto in Procura: "Segnali allarmanti ignorati"

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images Feto morto a Vibo Valentia, anche il Codacons presenta un esposto in Procura: "Segnali allarmanti ignorati"
Francesco Di Lieto
  11 ottobre 2019 19:46

di STEFANIA PAPALEO

Sarà l’autopsia disposta per domani a far luce sulla tragedia che si è consumata ieri tra le mura dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia con la morte di un feto di 39 settimane a poche ore dal parto programmato. Nelle more, a supportare la denuncia dei genitori è intervenuto il Codacons, l’Associazione dei consumatori che, per mano del vice presidente nazionale, l’avvocato Francesco Di Lieto, ha spedito un esposto-denuncia alla Procura per chiedere “che vengano accertate tutte le responsabilità e che si proceda nei confronti di tutti i soggetti ritenuti responsabili per tutti i reati che saranno riscontrati dall’Autorità procedente”.

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Al momento, infatti, nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Concettina Iannazzo, è finito il nome della ginecologa che ha seguito la gestante, di soli 32 anni, alla sua seconda gravidanza. Sotto accusa, il mancato parto cesareo che era previsto per il giorno successivo alla tragedia e non anticipato di un giorno, nonostante  i dolori che hanno costretto la donna a ricorrere alle cure ospedaliere. Manca l’anestesista, si sarebbe sentita rispondere la donna dai sanitari, che l’avrebbero così rimandata a casa, dopo la visita di controllo, stando alle dichiarazioni raccolte dai poliziotti della Squadra mobile delegati dal magistrato, che ha  affidato all'anatomo patologa Katiuscia Bisogni l’incarico di Ctu (Consulente tecnico d’ufficio) per procedere all’autopsia fissata per domani.

I genitori del bambino deceduto, da parte loro, hanno nominato come legale di fiducia l'avvocato Antonella Natale e un perito di parte, il dottore Alfonso Luciano, che prenderà parte all’esame autoptico. Con gli occhi puntati del Codacons, che urla allo scandalo in merito a quegli allarmanti segnali di pericolo per la vita del nascituro e della mamma, conseguenti la sofferenza del feto, di cui nessuno avrebbe tenuto conto.  “Segnali ignorati o comunque non percepiti nella loro effettiva gravità e che hanno portato alla morte del feto”, chiosa l’avvocato Di Lieto, nella denuncia-esposto destinata a confluire nel fascicolo dell’inchiesta già aperta dalla Procura di Vibo Valentia.

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