di TERESA ALOI
I timori denunciati qualche tempo fa si sono concretizzati. Tranne due giovani pazienti di Soverato e Montepaone, nessun altro paziente calabrese affetto da fibrosi cistica ha ricevuto alcun Kit di Telemedicina che, in tempi di covid, diventano ancora più indispensabili. E non solo. Perché decine sono le segnalazioni di pazienti che non ricevono i farmaci.
“Malgrado i ripetuti interventi che Lega Italiana Fibrosi Cistica attua tramite i propri volontari con ripetute visite presso gli uffici competenti e le direzioni generali delle Asp, non si sblocca l’indifferenza, l’apatia e la grave “finta burocrazia” dietro la quale nei vari uffici delle Asp ci si nasconde nel tentativo di occultare la grave situazione di lassismo e inefficienza che domina in quegli uffici”. Questo il vero e proprio grido d’allarme di Michele Rotella, dirigente della Lega italiana Fibrosi cistica Calabria, nonché dirigente nel direttivo nazionale.
Perché, nonostante sia risaputo che la fibrosi cistica rappresenti una delle più gravi malattie genetiche a Catanzaro, le “farmacie delle Asp non sono in grado di tutelare i pazienti nella consapevolezza che trattasi di farmaci salvavita”.
Nonostante questa patologia non pesi sulle casse dell'Azienda sanitaria provinciale proprio perché gode di una apposita legge dello Stato, la 548/93 che prevede, vista la sua gravità, una serie di agevolazioni, tra le quali l’invio annuale alla Regione Calabria di una importante contribuzione destinata alla prevenzione, alla cura e alla ricerca della fibrosi cistica.
E allora la domanda alla quale Michele Rotella auspica una risposta in tempi brevi sorge spontanea: “Ci chiediamo da anni e lo chiediamo a chi di competenza, queste risorse economiche a cosa sono destinate se non vengono spese per lo scopo per le quali giungono in Calabria?”.
Perché così di fatto viene vanificato ogni sforzo e tutti i progetti non troverebbero quella concretezza che ne conviene.
Quello attivato nello scorso mese di marzo, ad esempio. Il progetto per la tutela della salute dei pazienti che permette loro di rimanere al sicuro presso il proprio domicilio, collegandosi con i medici specialisti del Centro Regionale di Cura presso l’Ospedale di Lamezia Terme attraverso un apposito kit testato con successo dall’ospedale Bambino Gesù di Roma. Spirometria, Saturazione dell’Ossigeno nel sangue e Glicemia vengono rilevati autonomamente dai pazienti e trasmessi via Web ai medici che prontamente possono intervenire prontamente in caso di necessità garantendo la necessaria assistenza ai pazienti che con questa innovazione non si recano più in ospedale evitando pericolo di contagi che, essendo soggetti altamente a rischio, potrebbe scaturire in gravissimi problemi.
Ventuno, complessivamente, erano i Kit, i più necessari, prescritti da Mimma Caloiero, responsabile del Centro di Cura Regionale, dopo aver esaminato i casi. Ventuno richieste inviate alle Aziende sanitarie provinciali di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Proprio quel kit che, tranne due giovani pazienti di Soverato e Montepaone, non avrebbe ricevuto nessun altro.
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