"Oggi, come annunciato dal ministro Speranza qualche giorno fa, il generale Figliuolo e il capo della Protezione Civile Curcio saranno in Calabria. In un momento di emergenza, con una Calabria agli ultimi posti sulle vaccinazioni sia tra gli over 80 sia in termini assoluti, ci auguriamo non sia la solita passerella. A chi rappresenta lo Stato, rilanciamo un messaggio chiaro: non possono esistere più italie nella tutela della salute delle persone. Per i cittadini calabresi l’art.32 della Costituzione deve aver valore come in qualsiasi altra regione d’Italia e, di fronte a una palese inefficienza e inadeguatezza dell’amministrazione regionale ormai balzata ai disonori delle cronache nazionali, è compito del governo nazionale farsi carico della tutela dei cittadini calabresi". Così in una nota di Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune).
"Prendiamo atto delle direttive date ieri dal commissario Longo - prosegue - in merito alla categorie che posso accedere alle c.d. liste di riserva nelle vaccinazioni. Non devono restare solo sulla carta! In una situazione sanitaria come quella calabrese, non è umanamente tollerabile, come purtroppo già ci viene segnalato, che un diritto sacrosanto come quello a vaccinarsi sia calpestato dalle solite logiche “dell’amico dell’amico”, in sfregio a ogni regola e principio etico. Ci siano delle direttive chiare e soprattutto si vigili perché vengano rispettate le indicazioni del ministero della salute sulle priorità delle vaccinazioni, sia per quanto riguarda le somministrazioni normali sia per quanto riguarda le cd dosi avanzate che non possono essere date al più furbo che riesce a infilarsi prima. Stiamo parlando della salute e della vita dei cittadini calabresi: guai a noi se anche su un fronte così delicato facciamo vincere la logica del più furbo e del più scaltro ad aggirare le regole. La Calabria non può permetterselo, è inammissibile giocare sulla pelle della salute dei calabresi".
"Nel massimo rispetto per tutte le categorie professionali, - ribadisce Piccioni - è evidente che sia nell'ordinaria campagna di vaccinazione che anche per quanto riguarda le dosi avanzate, riteniamo la priorità debba essere garantita agli over 80 e ai soggetti fragili, fronte su cui la Calabria è agli ultimi posti insieme alla Lombardia per somministrazioni: i punti di vaccinazione riconosciuti, a partire per fare un esempio da quello dell'Ospedale di Lamezia Terme, devono prima portare a termine la vaccinazione proprio di over 80 e soggetti fragili".
"Così come chiediamo al commissario Longo - chiosa - che la campagna di vaccinazione sul territorio avvenga in condizioni “normali”, come sta avvenendo in tutte le regioni italiane e in tutti i centri vaccinali. Sono inaccettabili le immagini delle lunghe file di cittadini all’ospedale di Lamezia in attesa della vaccinazione, tra gente costretta ad aspettare in piedi e, da quanto ci viene segnalato, addirittura senza neppure la dovuta vigilanza nel quarto d’ora/venti minuti successivi alla somministrazione. Certamente medici e infermieri stanno portando avanti un lavoro impagabile e qualificato, ma è chiaro che, oltre alle carenze di personale, c’è un limite di organizzazione rispetto al quale il commissario Longo, il generale Figliuolo e il capo della PC Curcio devono dare risposte ai cittadini calabresi che hanno diritto a una gestione “civile” della campagna di vaccinazione".
"Presidente Draghi, generale Figliuolo, dottor Curcio, commissario Longo: vaccinare i calabresi non è un atto di carità ma è l'affermazione di un diritto! Una ulteriore recrudescenza dell’epidemia in questa terra significherebbe paralisi delle strutture sanitarie, perdita della vita per le persone, un colpo irreversibile sull’intero tessuto sociale ed economico. Lo Stato dimostri non con le parole ma con i fatti - conclude - di essere vicino ai cittadini calabresi".
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