di FILIPPO COPPOLETTA
Quando una cinepresa, un regista, uno sceneggiatore, una produzione, varcano i confini della Calabria, molto spesso è per raccontare l'ennesima storia di 'ndrangheta, di degrado, di malavita, di difficoltà in borghi sperduti di questa terra del Sud. Sono narrazioni certamente reali ma sicuramente non le uniche che possono descrivere pienamente una regione dalle grandi potenzialità, colma di ricchezze che poco interessano se non alle migliaia di turisti che le vivono per un breve periodo della loro vita.
Chi ha deciso di andare controcorrente è Sergio Basso, noto regista con all'attivo una copiosa produzione cinematografica e documentaristica a livello internazionale, insieme allo sceneggiatore Filippo Ascione, a Pega Production e all'idea di Giuseppe Gambacorta, con la fotografia di Maura Morales Bergmann. Hanno deciso di realizzare in Calabria un film che saprà unire il genere documentaristico alla fiction, creando un racconto onirico e accattivante.
"Cercando Itaca" sarà un viaggio nel patrimonio storico-artistico calabrese passando da Annà, Riace, Tropea, Pentedattilo, ma anche Capo Vaticano, la spiaggia abissale di Punta Pezzo e Cannitello, Scilla e Cariddi, dall’Aspromonte a Crotone a Capo Colonna, Palmi e a Melicuccà, per arrivare infine a Reggio Calabria, con i suoi musei e i suoi agrumeti di bergamotto. Un viaggio che vedrà protagonista una ragazza di 18 anni, Arianna, che si ritroverà a fare da guida a uno sperso Ulisse, incontrando personaggi storici ed esperti scientifici.
Le riprese del film termineranno in questo mese di giugno e la pellicola raggiungerà le sale tra la fine di quest'anno ed il prossimo. Intanto abbiamo incontrato il regista per scoprire qualcosa in più su un docufilm che siamo sicuri racconterà una Calabria per molti ancora inedita.
Spesso la cinematografia che vede protagonista la Calabria è quella che la descrive sotto l’aspetto criminalistico mettendo in evidenza i soli fattori negativi. Possiamo definirla una scelta in totale controtendenza la sua?
«Sì, e volentieri. La Calabria è fatta di una società civile piena di talento, disponibilità, bellezza. È in realtà molto facile dare luce e voce a tutti questi aspetti positivi: in terra calabra sono serviti su un piatto d’argento, basta volerli vedere. Negli ultimi anni è anche esplosa la moda di raccontare la criminalità, la violenza: è più facile. Purtroppo ha anche più presa nei confronti di certa morbosità del pubblico. Però rischia di innescarsi un circolo vizioso, in questa maniera. Diciamo che con questo film vorremmo invertire la tendenza».
In che modo ha individuato le bellezze calabresi che saranno al centro del suo docufilm?
«Adoro l’archeologia classica, ho studiato con il professor Bejor a Milano e poi ho continuato con degli studi post-Doc all’estero. Diciamo che sapevo dove andare a scovare certe chicche, dal Mosaico della Sirena di Monasterace al codice purpureo di Rossano. Ma soprattutto mi sono lasciato portare, e anche sorprendere: molte location le ho scoperte grazie alle dritte del produttore Giuseppe Gambacorta, da cui quattro anni fa è partita l’idea del film, e che è mosso da un amore commovente per questa terra».
Mera promozione del territorio o c’è altro ancora dietro il suo lavoro?
«Direi che è l’inverso: la promozione viene dopo, è una conseguenza, altrimenti sarebbe una pubblicità, non un film. Il film è la storia di un incontro, forse onirico, forse reale grazie a un cortocircuito del destino, tra una giovane squatter e un mito come Ulisse. La scommessa è di raccontare un incanto, un tempo sospeso, che faccia innamorare i giovani ed anche gli adulti. Si ricorda "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders? Cercheremo di rendere quella magia. Il cast artistico, poi, è composto da giovani attori portentosi, la troupe è costituita da collaboratori magnifici, Davide Manca alla fotografia, Marco Martucci alle scene, Fabrizio Talia ai costumi…tutti espressione del talento calabrese».
In Calabria ravvisa che ci sia la giusta attenzione, sia dalle istituzioni che dai cittadini, verso le potenzialità che questa esprime?
«Posso dire che a volte le istituzioni ci mettono più attenzione che i cittadini? Vediamo sempre la politica come il nemico, quando invece la rivoluzione più efficace sarebbe nelle buone pratiche del nostro vivere quotidiano. Forse maggior associazionismo giovanile nelle piccole realtà ridarebbe luce al territorio. Dovremmo scrollarci di dosso l’assistenzialismo. In questo senso, insegnare ai giovani come gestire le loro start-up è un passo necessario per il futuro. I finanziamenti devono arrivare solo dopo la formazione».
Le riprese sono iniziate da poco e toccheranno diverse province, quali sono le tempistiche per la conclusione delle stesse e quando, dunque, potremmo gustare il lavoro completo?
«Le riprese finiranno a giugno, il film sarà pronto a ottobre. Aspettatelo in sala per il 2023-2024!»
Concluso il docufilm, ha altri progetti per questa terra?
«Sì, sto scrivendo un film su una giovane che lotta per costruire il suo sogno, una rock band. Mi piacerebbe coinvolgere quel luogo magico che è il MuSaBa di Mammola, creato dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas».
Arianna è una squatter emigrata ad Amburgo dall’area grecanica di Calabria, dove si parla ancora il greco medievale come dialetto. È tempestata da un incubo ricorrente: non riesce a salvare un uomo che sta naufragando tra Scilla e Cariddi. Torna rocambolescamente nelle sue terre natie alla morte della nonna, per recuperarne – spera –l’eredità. Ne guadagna solo una capra, Giulia.
Mentre – capra al guinzaglio – prende il sole in spiaggia aspettando il treno per tornare ad Amburgo, la sua pennichella è interrotta dalle urla di un uomo che sta affogando: si sveglia e istintivamente lo trae in salvo. L’uomo si presenta: è Ulisse.
Arianna è convinta di aver salvato il pazzo del villaggio; come se non bastasse, mentre era impegnata a salvarlo, le hanno rubato lo zaino con i documenti e i pochi soldi. Ma più gira la Calabria per dare una mano al pazzo, più si rende conto che quello è davvero Ulisse: un cortocircuito onirico le sta concedendo un viaggio privilegiato con il mito, alla riscoperta della sua terra. Ulisse sta cercando il ghostwriter di Omero, Teagene di Reggio, per cercare di cambiare il finale della sua storia. Il viaggio cambierà la vita di entrambi.
La Pega Production Srl si occupa di commercio, produzione e coproduzione, di distribuzione e promozione di opere cinematografiche e televisive, di lungometraggio e cortometraggio, audiovisivi di ogni natura e genere, di produzione e realizzazione di prodotti videografici contenenti opere compilative prodotti educativi, didattici e scientifici.
Il film interpretato da Eugenio Mastrandrea nel ruolo di Ulisse e Giulia Petrungaro nel ruolo di Arianna/Ligea e che ha tra gli altri interpreti Giorgio Colangeli, Margherita Coldesina Pola, Francesca Della Ragione, Saverio Riccelli, Maria Teresa Guzzo, Anna Maria De Luca e Lena Sebasti, ha vinto il Bando produzioni 2021 della Fondazione Calabria Film Commission, il Bando dei Selettivi alla Produzione del Ministero della Cultura, ed ha il patrocinio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, di Palmi, di Riace, dei Comuni di Villa San Giovanni e di Melicuccà, della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Camera di Commercio di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone, del Kiwanis International.
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